Andrea Agnelli lascia dopo 12 anni la Juventus e anche il Cda di Exor e Stellantis. L’annuncio è arrivato poco fa all’assemblea della Juventus Fc, chiamata a eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. “Futuro pagina bianca” è stato il commento di Agnelli che ha anche aggiunto: “È una decisione personale, che ho preso con John Elkan, con cui il rapporto rimane strettissimo, AjaY Banga e Tavares”. Con l’addio di Andrea Agnelli si prepara una fase complessa, più del previsto, per individuare il nuovo assetto nella governance di tutta la galassia Agnelli.

Andrea Agnelli lascia Juventus, il discorso di oggi 18 gennaio all’assemblea dei soci

La storia di Andrea Agnelli al vertice della Juventus si conclude dopo 12 anni. Lo scorso 28 novembre, l’intero consiglio di amministrazione della squadra bianconera si era dimesso, dopo gli sviluppi dell’indagine “Prisma”. Questa mattina, l’Assemblea degli azionisti che ratificherà il nuovo consiglio di amministrazione della Juventus, si è aperta con il saluto di Andrea Agnelli: “Non posso e non voglio nascondere l’emozione che mi anima – ha iniziato così il discorso – Si chiude un capitolo della storia della Juventus. In questo momento facciamo fatica a leggerlo. Per dare un senso alla mia attività, il mio lavoro è sempre stato quello di indicare il contesto e le strategie. Quando parliamo di calcio, in realtà parliamo di industria di intrattenimento, cioè di 750 miliardi di euro. Gaming, sport, teatri. Il calcio è un’industria da 43 miliardi – ha continuato – Quali sono le soluzioni più idonee per la nostra industria? Siamo una media company, i contenuti sono strategici, abbiamo carenze di governance”.

‘Il calcio ha bisogno di riforme, altrimenti Premier League dominerà’

Per Andrea Agnelli, i regolatori non colgono la differenza tra gioco e industria. “Queste sono le operazioni degli ultimi anni: Chelsea ceduto per 3 miliardi, il Milan per uno, il 47% dell’Atalanta ceduto. Fa riflettere chi sono gli acquirenti di queste società – ha continuato Andrea Agnelli – Fondi sovrani, consorzi, fondi privati. In Serie A abbiamo ricevuto offerte per la cessione di una percentuale della Lega. Siamo partiti dal City che ha undici club e vediamo Red Bull o Red Birds o 777. È un nuovo fenomeno con multi-club ownship. L’interesse per il clacio è più vivo che mai. Io non penso che queste persone siano delle Ong. Ci deve essere un interesse forte degli investitori, ma non c’è risposta dei nostri regolatori che non colgono differenze tra gioco e industria”. Poi Andrea Agnelli ha parlato della proposta di un sistema aperto a tutti basato sui meriti. “Se io avessi voluto mantenere una posizione privilegiata in Uefa, da presidente Eca, non avrei preso le decisioni che ho preso. Il calcio europeo ha bisogno di riforme strutturali, altrimenti avremo un declino a favore della Premier League che dominerà. I regolatori attuali non hanno intenzione di sentire i problemi dell’industria calcio. Sono in una posizione di monopolio. Auspicio è che la Corte europea riconosca l’abuso di posizione dominante della Uefa”. Poi Andrea Agnelli conclude lasciando anche il Cda di Exor e Stellantis: “La mia volontà è quella di voltare pagina e poter riaggredire con passione, dopo qualche giorno di vacanza, la mia pagina bianca. Mia decisione personale, farò un passo indietro nelle assemblee in cui partecipo come consigliere. In accordo con mio cugino John Elkan. Un passo indietro nelle società quotate Exor e Stellantis”.