Covo Matteo Messina Denaro era la casa di Andrea Bonafede, con la sua posizione che si aggrava sempre di più. L’uomo in queste ore sta facendo una serie di ammissioni agli inquirenti, che hanno catturato il boss ieri a Palermo. L’indagato Andrea Bonafede di 59 anni, messo praticamente alle strette, con la sicura prospettiva di una condanna per associazione mafiosa ha confermato di conoscere il super latitante da quando erano ragazzi. L’abitazione, nella quale viveva il falso iniquo, cioè l’ex capo di cosa nostra è intestata realmente al geometra di Campobello di Mazzara. L’arrestato ha dichiarato di avere comprato quella casa, con i soldi del capo mafia. Queste asserzioni potrebbero affievolire le eventuali esigenze cautelari nei suoi confronti. L’indagato , comunque ai magistrati avrebbe rivelato solo mezze verità, dicendo inoltre, di essersi prestato ad acquistare , con i mezzi del padrino, l’immobile in cui ha passato l’ultimo anno. La proprietà in pieno centro abitato appartiene a lui. Sarebbe stato proprio il fuggiasco ad avergli consegnato la somma di 20 mila euro, che servivano per l’acquisto della “tana” .
Covo di Matteo Messina Denaro, il lusso
Bonafede, non è soltanto il fiancheggiatore, che ha nascosto molto tempo nella sua dimora il criminale di Castelvetrano . E’ anche il titolare della carta d’identità falsa usata dal malavitoso in questi anni per sfuggire all’autorità giudiziaria. A confermarlo all’Ansa è il colonnello del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani: Fabio Bottino. Il pregiudicato, fermato ieri usava il documento e si nascondeva sotto falso nome. Per questo motivo, il complice è accusato anche di favoreggiamento aggravato. Del ” nascondiglio” ha parlato anche il Procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, spiegando, che si tratta di una vera e propria residenza: ” Non parlerei di covo” – Ha spiegato ai mass media. ” Era l’alloggio di un soggetto, che conduceva una vita normale e utilizzava quella dimora per vivere e come punto di partenza per recarsi poi nel capoluogo siciliano” – Ha spiegato il magistrato a Sky Tg 24. Un ” covo ” – Ha aggiunto – “E’ un’altra cosa, infatti le nostre indagini sono dirette ad individuare eventuali possibili posti, in cui possa esserci documentazione di interesse investigativo”. ” Matteo Messina Denaro” – Ha detto ancora De Lucia – ” E’ un soggetto vanitoso, che si cura molto . Per lui, il rischio di essere scoperto era oggettivamente limitato. Altri fuggitivi sarebbero stati lontanissimi dalla tentazione di farsi fotografare come invece lui ha fatto” . E poi ancora: ” Ha operato un vero e proprio furto d’identità, nel senso che ha adoperato generalità e documenti intestati al suo ” compare” per tutte le sue attività, casa, auto, un vero e proprio alias per tutto” . ” Risiedeva qui da almeno sei mesi. Un appartamento ben ristrutturato, che testimonia come le condizioni economiche del malfattore fossero buone . Addobbi ricercati, di un certo tenore non di lusso, ma di apprezzato livello economico” Ha confermato il colonnello Bottino. ” Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo anche rilevando la presenza di tracce biologiche di eventuali intercapedini ,dove possono essere state nascoste altri indizi di illegalità . Un lavoro per il quale occorreranno altri giorni” – Ha infine specificato il graduato dell’arma.
Le dichiarazioni del Sindaco Giuseppe Castiglione
Anche il Sindaco di Campobello di Mazzara, Giuseppe Castiglione, appresa la notizia dell’arresto del faccendiere della mala ha voluto commentare così al quotidiano : Il Corriere della sera. ” Non posso negare una tale amarezza e tanta incredulità nell’avere appreso che, pare negli ultimi mesi della sua latitanza l’intrallazzatore avesse vissuto proprio a Campobello”. ” In mezzo alle tante persone perbene come me, non potranno che sentirsi mortificate e sconfitte . Non abbiamo perso, però oggi lo stato ci ha dimostrato, che la mafia si può e si deve sconfiggere” – Ha infine aggiunto. Combattere l’iniquità è il dovere morale di ogni cittadino.