L’arresto di Matteo Messina Denaro ha rimesso al centro del dibattito pubblico lo strumento delle intercettazioni. Le quali, evidentemente, hanno giocato un ruolo importante per la chiusura di un capitolo durato decenni caratterizzato da fughe e latitanza. L’opinione pubblica sembra aver riscoperto l’importanza, e l’utilità, delle intercettazioni. Il governo, da questo punto di vista, sembra non aver perso la bussola. Anzi, filtrano versioni che non di distanziano molto dalle posizioni che già Giorgia Meloni ha spiegato pubblicamente nelle settimane e dei mesi addietro. Ad esempio alla conferenza stampa di fine 2022. Versione che potrebbe sintetizzarsi in questo modo: nessuno rinnega l’utilità delle intercettazioni, specie per i reati di mafia, ma non se ne può consentire l’abuso.

Intanto alle ore 10:30 di domani è all’ordine del giorno dell’Assemblea del Senato (giovedì alla Camera) la relazione del ministro della Giustizia Nordio e, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, Fratelli d’Italia – alla vigilia dell’appuntamento in Aula – avrebbe inviato un chiaro segnale politico al Guardasigilli. Sulle intercettazioni, e non solo quelle riguardanti la mafia, no a passi indietro, nessun allargamento delle maglie. Intanto proprio Nordio, ai microfoni di Radio 24, ha lanciato un antipasto di quanto relazionerà domani:

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sono anni – riporta l’AGI – che ripeto che le intercettazioni sono assoutamente indispensabili nella lotta contro la mafia e il terrorismo. Sono elementi fondamentali per la ricerca della prova e sono ancora più fondamentali per comprendere i movimenti delle persone. Le intercettazioni sono uno strumento indispensabile per il terrorismo e la mafia, ma quello che va cambiato radicalmente è l’abuso che se ne fa.

Meloni in prima linea sulla lotta alla mafia, ma nessun passo indietro su intercettazioni

Poche ore dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, la giustizia torna al centro dell’attenzione mediatica. Il Premier Giorgia Meloni, che ieri è stato a Palermo, intende schierarsi in prima linea sulla lotta alla mafia tanto che c’è già l’accordo nella maggioranza sul fatto che la Commissione Antimafia sia presieduta da un esponente di Fratelli D’Italia, con la Lega che ha chiesto la vicepresidenza. Si è ipotizzato il nome di Carolina Marchi, ma per il momento l’unica cosa certa è che dovrebbe toccare ad un esponente di Montecitorio. Tornando alle intercettazioni Meloni è stata chiara sull’importanza che esse anno nel contrasto alla mafia:

Per me le intercettazioni – riporta l’AGI – per come sono utilizzate per i procedimenti di mafia sono fondamentali, sono uno strumento di indagine di cui non si può fare a meno e nessuno per questo genere di reati li ha mai messi in discussione.

Ma per il Premier è vera pure – riferisce una fonte parlamentare dell’AGI – la necessità di non allargare le maglie sulle intercettazioni. Dove per maglie larghe, probabilmente, s’intede l’abuso che se ne fa per reati minori e la facilità con qui queste intercettazioni vengono poi diffuso e rese pubbliche.