Il percorso costituente del Pd entra nel vivo e stiamo per avvicinarci al suo culmine: quello che porterà alle primarie dalle quali, il 26 febbraio prossimo, emergerà il nuovo segretario del partito. Per la successione ad Enrico Letta, che ha abdicato all’indomani delle elezioni politiche del 26 settembre 2022, ci sono: Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli, Elly Schlein. Il primo, attualmente Presidente dell’Emilia Romagna, ha spiegato cosa farà in relazione al suo incarico istituzionale qualora dovesse vincere le primarie del Pd.

Pd, Bonaccini: “Resterei Presidente dell’Emilia Romagna”

Il chiarimento su questo aspetto lo ha fornito Stefano Bonaccini in persona che, al Congresso Fiom-Cgil tenutosi oggi a Cervia in provincia di Ravenna, ha chiarito che no: non lascerà la presidente dell’Emilia Romagna qualora dovesse diventare Segretario del Pd. I precedenti non mancano e non sono nemmeno troppo lontani: Nicola Zingaretti ha guidato e la Regione Lazio e il Pd fino alle dimissioni dalla segreteria che hanno portato Letta al comando. Ecco le parole, su questo, di Bonaccini riportate dall’AGI:

Mancano due anni alla fine della presidenza – ha spiegato – abbiamo impostato in questi anni il lavoro e anche nell’approvazione del piano triennale che ci porterà tranquillamente a fine legislatura ci sono tanti progetti e idee molto chiare. A poter amministrare si tengono i piedi molto per terra nel confronto quotidiano con le persone: a me piace molto andare a confrontarmi coi sindaci, con chi lavora, chi produce, con i pensionati o gli studenti. È un modo per evitare di stare troppo negli uffici, magari a Roma, e poco nel territorio dove invece capisci meglio come la gente vive, soffre, o magari ha anche grandi opportunità. Io voglio portare a termine il lavoro in Regione grazie alla fiducia di tanti emiliano romagnoli ricevuta in un momento, tre anni fa, in cui tanti ci davano per sconfitti.

Bonaccini non vuole tenere unita solamente la giunta dell’Emilia Romagna ma anche, in base alle sue dichiarazioni, la struttura del Pd. Non a caso, il candidato alla Segreteria, ha cercato di aprire anzitempo agli altri candidati e alle truppe di riferimento:

Decideranno gli elettori del Partito Democratico se vorranno che Stefano Bonaccini diventi il segretario del Pd. Se lo diventerò chiederò ai miei sfidanti di darmi una mano subito. Se vincerà qualcuno di loro io, senza chiedere niente per me, il giorno dopo mi metterò a disposizione per aiutarli.

Lavoro e laburismo

Il lavoro, ricalcando l’idea di un partito laburista, è uno dei temi da cui intende ripartire il Pd di Bonaccini ed il governatore dell’Emilia Romagna, tra l’altro al cospetto di due sindacati come Fiom e Cgil, ha parlato proprio di questo nell’occasione odierna. Il suo intervento:

Bisogna tagliare il costo del lavoro. bisogna farlo in due direzioni, anche favorand le imprese che assumono lavoratrici e lavoratori con contratti a tempo indeterminato stabile. Bisogna tagliare il costo del lavoro in favore di alcune categorie professionali che hanno stipendi molto bassi. L’Italia negli ultimi 30 anni è quella che ha visto crescere di meno i salari e oggi con un’inflazione al 12% e tariffe energetiche così alte è davvero un problema se un dramma per molti milioni di italiani.

E ancora:

Non serve la flat tax che, a mio parere, è una misura che va nella direzione di dare una mano a chi già sta bene o abbastanza bene. Nel momento in cui hai poche risorse è giusto che quelle vadano destinate soprattutto a chi sta peggio o anche a chi, nel caso delle imprese, quelle che producono, fanno investimenti o assumono.