Tumore alla mammella. Il numero di persone malate oncologiche in Italia è in continuo aumento e sono sempre di più i soggetti che non riescono a sconfiggere la malattia. Il tumore può presentarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del corpo, ma se preso in tempo ci si può salvare. Per tale motivo, è fondamentale fare prevenzione. Nelle donne, il tumore alla mammella sembra essere quello più frequente. Una volta diagnosticato, il diretto interessato dovrà sottoporsi ad una terapia che solitamente consiste nell’intervento chirurgico e dei cicli ci chemioterapia o radioterapia, a seconda della gravità del male.
La ricerca è attiva continuamente, gli esperti sono al lavoro affinché vengano trovate nuove soluzioni per combattere il tumore e uno degli ultimi studi finanziati dal Ministero della Salute è quello portato avanti da un team dell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che ha realizzato il progetto riguardante l’uso dell’intelligenza artificiale come mezzo per considerare la scelta migliore inerente alla terapia a cui sottoporre le donne colpite da tumore alla mammella.
Tumore alla mammella nuova terapia
Non si tratta di una vera e propria terapia ma di un approccio diverso affinché venga trovata la cura che si adatta meglio al paziente.
Nel dettaglio lo studio barese concentra la ricerca su un gruppo specifico di pazienti affette da tumore della mammella ormono-responsive HER2 negativo, con un rischio clinico intermedio di ricaduta della malattia. Si parla di un tumore che risponde alle terapie ormonali e tende ad essere poco aggressivo e di conseguenze a non formare nel tempo recidive. In queste situazioni, il medico di affiderà ad un test genomico in grado di leggere le molecole del tumore per avere indicazioni sulla natura, sulla prognosi e sulle possibili risposte terapeutiche alla chemio. Si tratta di un controllo dettagliato che stima l’efficacia della chemioterapia. Tali analisi saranno eseguiti sul tessuto tumorale asportato attraverso la biopsia o mastectomia.
“L’idea alla base del nostro lavoro – afferma Annarita Fanizzi, primo ricercatore del progetto – è che, prima di indirizzare le pazienti verso il test genomico, il medico oncologo possa usufruire dell’intelligenza artificiale e della digital pathology per orientare le sue scelte terapeutiche“. Quindi, una volta fatta una diagnosi e fatto il test genomico, i dati clinici della paziente e i dati delle immagini ecografiche ottenute in questa prima fase vengono analizzate e interpretate per mezzo di sofisticati software che dovrebbe essere in grado di dare dei risultati attendibili e accurati.
Il progetto di ricerca appare interessante per diversi aspetti:
- si tratta di un aiuto e una guida utile al medico nelle scelte terapeutiche
- Supporto nella scelta delle cure verso i percorsi più specifici e personalizzati.
Il finanziamento
“Il finanziamento concesso dal Ministero della salute – si legge in una nota di Istituto – si inserisce a completamento di una serie di progettualità di radiomica ed intelligenza artificiale su cui lavora il laboratorio di biostatistica e bioinformatica dell’oncologico barese, costituito da giovani ricercatori con differenti competenze come matematici, fisici, statistici, chimici, bioinformatici, farmacisti e guidato dalla dottoressa Raffaella Massafra, vice direttore scientifico dell’Istituto”.
L’importo previsto per tale finanziamento è di 400mila euro. Il progetto prende il nome di PEERAD – PrEdicting Endopredict score with RADiomics ed è stato proposto dal gruppo di ricerca di biostatistica e bioinformatica dell’Oncologico di Bari. Erano 403 i progetti di ricerca presentati nella tipologia progettuale “Giovani ricercatori under 40” e 123 hanno superato la prima fase e sono entrati nel finanziamento, solo 4 nel sud Italia.
“Con questo finanziamento – ha commentato il presidente del Civ, il consiglio di indirizzo e verifica dell’Istituto, Gero Grassi – il Ministero della salute conferma la fiducia nella ricerca oncologica made in Puglia”.