Orazio Schillaci risponde sul tema della carenza dei farmaci in Italia. Il ministro della Salute del governo Meloni è voluto intervenire in prima persona per predicare calma a proposito dell’ipotesi di una mancanza di medicinali nelle farmacie del Paese, dovuta alla scarsità delle materie prime, agli effetti della guerra su trasporti e caro energia e alla diffusione di Covid e influenza stagionale.
Già nei giorni scorsi, dopo l’intervento ai microfoni di Radio Cusano Campus da parte di Massimiliano Matteazzi, segretario di Federfarma Roma, il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani Andrea Mandelli aveva in un certo senso confermato i sospetti, dopo l’allarme lanciato dai farmacisti negli ultimi mesi.
Con la guerra in Ucraina ancora in corso e i conseguenti problemi produttivi legati alla crisi energetica e alla scarsità di materiali per il packaging, come vetro e alluminio, il picco della stagione influenzale e l’onda lunga del Covid che sta interessando anche i Paesi asiatici produttori di principi attivi come la Cina e l’India la situazione stenta a tornare alla normalità.
A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato lo stesso ministro Schillaci, intervenuto all’Adnkronos nell’avvalorare di fatto una certa carenza, sottolineando però che “il problema davvero reale è su 30 medicinali“.
Seguiamo la questione e c’è un tavolo aperto. Gli italiani possono stare tranquilli, non serve fare scorte.
Schillaci sulla carenza di farmaci in Italia: “Picco di domanda rafforzato da comunicazione allarmistica”
Al termine della sua informativa sul tema in Commissione Affari sociali alla Camera, il ministro imputa ad una certa “comunicazione allarmistica” una delle cause del proliferarsi di una sorta di ‘corsa al farmaco’.
Bisogna anche constatare che la comunicazione allarmistica di questi giorni sta generando quella che tecnicamente si chiama ‘carenza di rimbalzo’: l’accaparramento del farmaco da parte dei pazienti, preoccupati di avere a disposizione una scorta di un prodotto che sembrerebbe ‘a rischio’, rafforza il picco di domanda, e crea ulteriori tensioni nell’approvvigionamento.
Dopo la convocazione, per lo scorso mercoledì 11 gennaio, di un tavolo di lavoro permanente sull’approvvigionamento dei farmaci per “definire la reale entità del fenomeno” e “indicare proposte risolutive”, Schillaci ha fatto notare come vi sia effettivamente una certa “tensione nell’approvvigionamento di alcuni medicinali specifici”: i prodotti maggiormente presi di mira dagli italiani sarebbero antiinfiammatori, antinfluenzali e antibiotici.
Una situazione, tuttavia, costantemente monitorata dal Ministero della salute, che starebbe già mettendo a punto una soluzione.
Oltre a supportare le iniziative di comunicazione tese a chiarire la reale situazione delle carenze, si è già valutato di procedere, dopo questa fase di ‘crisi mediatica’, a una revisione dell’impianto della lista dei farmaci carenti, già discussa e concordata in sede di Tavolo Tecnico Indisponibilità presso l’Agenzia italiana del farmaco Aifa, con gli attori interessati: si provvederà ad espungere dalla lista principale tutti i farmaci di non significativa importanza.
In questo quadro, sarà anche possibile definire e promuovere d’intesa con tutta la rete, ulteriori iniziative formative e informative che aiutino ad aumentare l’accesso agli strumenti già disponibili (equivalenti, galenica, importazione). In prospettiva, inoltre, sono stati proposti anche altri interventi strutturali rispetto al tema degli aumenti di costi indotti dalla tensione internazionale: la rivalutazione dei prezzi dei farmaci al di sotto della soglia dei 5 euro, che sono a maggiore rischio di perdita di remuneratività, è ad esempio tra questi.