Boom turismo in Sicilia. “Soft Power” è un termine che indica la capacità di un Paese nel saper “vendere” i propri prodotti culturali. Ed è una delle grandi potenzialità italiane: peccato che a sfriuttare il Soft Power italiano siano sempre gli altri. E’ il caso della Sicilia che è tornata ad essere una meta turistica grazie alla serie televisiva statunitense “The White Lotus” incentrata sulle vicende dello staff di un resort in Sicilia.
Boom di turismo in Sicilia
La serie, trasmessa dalla rete americana HBO, ha trionfato ai Golden Globe e da lì è letteralmente esploso il boom delle prenotazioni nelle location sicule tanto che lo stesso New York Times, il più prestigioso giornale a stelle e strisce, ha dedicato un articolo al fenomeno intitolato “Is it Time for a White Lotus Vacation?”. Ma anche il prestigioso tabloid britannico ‘The Guardian’ e financo l’edizione australiana di The Traveller dedicano pagine alle “vacanze White Lotus”.
La serie, che vanta un cast ad altissimo livello come l’ex “Salieri” di Amadeus F. Murray Abrahams e Jennifer Coolidge, ha fatto conoscere al pubblico americano le suggestive location di Noto, Cefalù, Palermo e Catania e soprattutto Taormina. Risultato? Taormina prenotata per tutto il 2023 da parte di turisti americani e inglesi che vogliono rivivere quelle atmosfere. E già l’anno scorso Bankitalia ha segnalato un +63,3% di arrivi e +54,9% di presenze in Sicilia,
Ma una riflessione sorge spontanea: sono stati gli americani a “pubblicizzare” la Sicilia, non noi. E’ incredibile come noi non riusciamo a sfruttare un Soft Power immenso, perché la Sicilia è una terra ricchissima di bellezze artistiche, archeologiche, naturali e culinarie. Ma i prodotto di intrattenimento nostrani (con la lodevole eccezione di Camilleri) della Sicilia hanno pubblicizzato un solo aspetto: la mafia. Se certamente lodevole l’impegno civile, non bisogna però dimenticare gli altri aspetti. Inoltre una crescita economica della Sicilia può essere anche un grande aiuto per debellare la malavita, che prospera su povertà e disoccupazione.
Non è certo la prima volta che un prodotto hollywoodiano (anche se non in senso stretto) rilancia alcuni aspetti dell’Italia. Un esempio clamoroso fu Il Gladiatore di Ridley Scott, che ha rilanciato la popolarità di Roma e del turismo archeologico, rendendo il Colosseo ancora più iconico di quel ch era già. E non era raro, ai Musei Capitolini, vedere frotte di turisti fermarsi dinanzi al busto, una volta ignorato, dell’imperatore Commodo.
Una lezione che l’Italia deve imparare dall’America: il Soft Power. E noi, in teoria, ne avremmo a tonnellate più di loro. Ma talmente tanto che gli stessi americani, affascinati dall’Italia, la “sponsorizzano”
Eugenia Tinghi