Matteo Messina Denaro catturato utilizzando il cosiddetto ‘metodo Dalla Chiesa’: che cos’è? A far luce sulle strategie investigative utilizzate nel corso dei tanti anni di latitanza del boss di Castelvetrano, ricercato anche per le stragi di Capaci e via D’Amelio, è stato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi. Il metodo si rifà alle azioni messe in campo da Carlo Alberto Dalla Chiesa quando combatteva la mafia e le Brigate rosse prima di essere ucciso il 3 settembre 1982 a Palermo, salvo poi altri, dopo di lui, rifarsi a tecniche investigative che coinvolgevano un gruppo ben scelto di militari che portassero avanti le indagini con metodologie, tutto sommato, tradizionali. Matteo Messina Denaro è stato arrestato nelle prime ore della giornata del 16 gennaio 2023 presso la clinica La Maddalena, dove più volte si è recato per avere le cure necessarie a combattere un tumore al colon.

Matteo Messina Denaro, la cattura col ‘metodo Dalla Chiesa’: in cosa consiste?

È un fatto casuale che l’arresto di Matteo Messina Denaro sia avvenuto a trent’anni di distanza dalla cattura di un altro boss, Totò Riina, e proprio nei giorni in cui la Rai sta mandando in onda la fiction “Il nostro Generale” su Carlo Alberto Dalla Chiesa, incentrata soprattutto nella lotta alle Brigate rosse, ma con finale, atteso per questa sera, dei suoi “100 giorni a Palermo” a combattere la mafia. I telespettatori hanno ben potuto apprendere le tecniche utilizzate dal Generale Dalla Chiesa per avere la meglio sui brigatisti: un gruppo di uomini, scelti con criteri che inizialmente destano qualche perplessità, ma indicati a svolgere ciascuno un compito specifico. E soprattutto, inclini al lavoro di squadra, l’unico – secondo Dalla Chiesa – che può portare ai risultati sperati. Per la cattura di Matteo Messina Denaro il metodo utilizzato è, al netto dei tanti anni di distanza, esattamente lo stesso. A spiegarlo è stato il Generale dei Carabinieri, Teo Luzi, al Corriere della Sera: “Avevamo un pool di investigatori dedicati esclusivamente a questa indagine e con un gioco di squadra — che realmente dovrebbe comprende la polizia di Stato e gli altri apparati di sicurezza — siamo riusciti ad afferrare il filo giusto. Il metodo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è quello tuttora applicato dai colleghi del Ros che prevede la perseveranza e soprattutto la scelta di utilizzare le tecniche investigative tradizionali. Vuol dire raccolta di tantissimi dati informativi dei reparti dei carabinieri – conclude – intercettazioni telefoniche e ambientali, verifiche sulle banche dati dello Stato e interrogatori”.

Intercettazioni, pedinamenti e controlli per la cattura del boss mafioso

Le indagini per la cattura del boss Matteo Messina Denaro si sono svolte, seguendo il metodo Dalla Chiesa, con tecniche di intercettazione, pedinamenti e controlli sul territorio. A livello informativo, evidentemente, il Ros ha setacciato le informazioni che avrebbero potuto delimitare, in maniera più precisa, il perimetro delle ricerche. A tal proposito, come ha sottolineato Pasquale Angelosanto, Generale del Ros che ha guidato l’operazione di ieri mattina, “è risultata importante anche la tecnologia che Dalla Chiesa aveva sottolineato, ma che non aveva cinquant’anni fa”. Da questo punto di vista, dunque, vi è un vantaggio sostanziale utile alle indagini, alle quali contribuiscono in maniera decisiva anche le discussioni tra i familiari e, soprattutto, quelle dei fiancheggiatori. I loro discorsi non davano la certezza che si trattasse proprio del boss ricercato, ma comunque di una persona a loro vicina.