Pensioni inabilità, quando spetta la maggiorazione e come si calcola utilizzando l’incremento del sistema previdenziale contributivo. L’assegno spetta ai contribuenti che hanno problemi di salute che ne pregiudichino la possibilità di continuare a lavorare. Tuttavia, è possibile ottenere una maggiorazione della contribuzione raggiunta fino al momento della sopraggiunta inabilità e alla presentazione della domanda di pensione. La maggiorazione è ammissibile nel limite del compimento dei 60 anni di età del richiedente e del non superamento dei 40 anni di contributi versati. Pertanto, ai contribuenti ai quali viene accolta la domanda di pensione di inabilità, la liquidazione del trattamento avviene mediante la somma dell’importo dell’assegno ordinario d’invalidità più la quota relativa alla maggiorazione stessa.
Pensioni inabilità maggiorazione, ecco quando spetta e come si calcola
La maggiorazione spettante sulla pensione di inabilità si calcola aggiungendo ai contributi mancanti al richiedente per raggiungere l’età pensionabile. È quanto spiegato dall’Inps che riprende quanto sancito dal comma 15, dell’articolo 1, della legge 335 del 1995: la maggiorazione si calcola aggiungendo al montante contributivo maturato dal richiedendo all’atto della domanda di pensione di inabilità, un’ulteriore quota di contributi che deve essere riferita al periodo che intercorre tra la data di decorrenza della pensione di inabilità e la data in cui l’interessato compia i 60 anni di età. Per stabilire quanto spetti, si deve far riferimento alla media delle basi annuali pensionabili possedute nei precedenti 5 anni, con relativa rivalutazione secondo quanto prevede il comma 5, dell’articolo 3, del decreto legislativo numero 502 del 1992. Per tutti i lavoratori che rientrano nel sistema contributo, ovvero che hanno iniziato a lavorare in data successiva al 31 dicembre 1995, la maggiorazione si applica per gli anni mancanti al compimento dei 60 anni di età, a prescindere dal sesso del richiedente e dal tipo di gestione contributiva per la si effettuano i versamenti e grazie alla quale verrà liquidato il trattamento di pensione. Inoltre, il limite di età dei 60 anni va integrato con l’altro tetto, quello dei 40 anni di contributi versati: l’aggiunta dei contributi mancanti non deve, pertanto, eccedere il tetto dei quattro decenni di versamenti.
Requisiti sanitari e contributivi per presentare la domanda
Per quanto riguarda il diritto a richiedere la pensione di inabilità è necessario specificare che il richiedente deve rientrare nei requisiti sia di ordine sanitario che contributivi. Infatti, per la richiesta la legge dispone che debba esserci assoluta (e permanente) impossibilità a poter svolgere alcuna attività lavorativa per difetto fisico o mentale. È questo il motivo per il quale chi percepisce la pensione di inabilità debba cessare qualsiasi attività lavorativa, alle dipendenze o autonoma, rinunciando anche a ogni forma di sussidio che integri il reddito. In ordine, invece, ai requisiti contributivi, chi fa richiesta della pensione di inabilità deve aver conseguito 260 contributi settimanali, pari a 5 anni di contribuzione, dei quali 156, corrispondenti a 3 anni, maturati nei cinque anni precedenti la presentazione dell’istanza. I requisiti contributivi sono richiesti per tutti e tre i regimi pensionistici, dal retributivo al misto, fino al contributivo.