Babylon Damien Chazelle a Roma, il regista premio Oscar è nella Capitale per presentare il suo nuovo film fresco vincitore delle migliori musiche ai Golden Globes e papabile di molte nomination per i prossimi Academy Awards. Un film lunghissimo, magnifico in alcune sequenze come quella della festa iniziale con un barocco e una messa in scena che solo un grandissimo autore può permettersi. Chazelle dopo averci raccontato il sacrificio del sogno di inseguire il sogno in La La Land ci porta a vivere la nascita del cinema in America, forse anche più che nella serie capolavoro Hollywood di Ryan Murphy.
Babylon Damien Chazelle a Roma per il suo film VIDEO
La nascita di Hollywood, quando nel deserto di Los Angeles un gruppo di persone ha iniziato a fare cinema in maniera creativa, semplice e assolutamente folle. Una pellicola, interpretata da due superstar in stato di grazia, Brad Pitt e Margot Robbie, in cui Chazelle non fa sconti a nessuno e ripercorre la strada tracciata da Kenneth Anger nel suo celeberrimo ‘Hollywood Babilonia’, raccontando gli albori del cinema muto al sonoro che tutto ha cambiato cancellando grandi star e spalancando le porte del successo ad altre in un passaggio epocale mai raccontaot in questo modo. Più che un’esperienza un vero e proprio film, dove si sarebbe potuto tagliare qualcosina in termini di tempo ma che regge splendidamante le 3 ore e 9 minuti.
Damien Chazelle a Roma su Hollywood
“Quello che è andato perduto è la libertà, ma è anche naturale perché era esercitata nei primissimi giorni e lo vediamo nei film muti, raccontati e rappresentati in questo film”, spiega Damien Chazelle nel nostro incontro con lui nel cuore di Roma “È intrinsecamente legato al fatto che Hollywood era qualcosa di nuovo. Era considerata una forma d’arte volgare, forse neanche forma d’arte. Los Angeles era considerata la città folle, frontiera del Wild West dove i pionieri avevano quello ce volevano. Era un’esplosione di creatività, abbiamo molto da imparare da quel periodo”. Il regista non si scompone quando attacca lo star system di oggi: “ Oggi a Hollywood c’è tanta paura, conformismo, moralismo puritano. Gli artisti dovrebbero esprimere tutto questo, e gli artisti dovrebbero rivendicare la libertà soppressa. Questa storia lo racconta in forma evolutiva perché in questi 15 anni, da quando ho iniziato a scrivere il film, Hollywood è cambiata moltissimo”.
Critica americana ha snobbato il film, la spiegazione del regista
Damien Chazelle non si scompone quando gli si fa notare come con Babylon non abbia conquistato premi nella notte dei Golden Globes: “Provocare il risentimento e fa arrabbiare le persone perché dà fastidio e fa il contropelo a quel mondo raccontato sempre da Hollywood in superficie. Quello che volevo fare era realizzare un film controcorrente. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che si facesse un film che andasse a scavare nel profondo, perché oggi si mostra sempre la patina superficiale quando si parla degli esordi di Hollywood”. Un film inseguito per ben 15 anni proprio per il coraggio e la voglia di portare tutto, dalla droga al sesso sfrenato con delle scene disturbanti per il pubblico ma necessarie per regalare l’autenticità giusta a Babylon: “Siamo stati fortunati di trovare a Hollywood un posto dove poterlo fare e sono grato alla Paramount che ha rischiato, pur sapendo che il film era difficile. Sono stati coraggiosi a sostenerlo e non mi hanno mai fatto pressioni. Mi sono sentito libero e protetto, non ho dovuto annacquare o filtrare qualcosa del film. Spero che il film possa trovare il suo pubblico e possa suscitare dibattito, discussione, risvegliare gli animi, non semplicemente scivolare via. Ho fatto questo film sperando che facesse rumore”.
Personaggi ispirati ad un mondo reale
Damien Chazelle a Roma racconta come i suoi protagonisti in Babylon Jack Conrad-Brad Pitt e Nellie LaRoy-Margot Robbie favolosi ai limiti della follia siano personaggi reali ispirati a John Gilbert e Clara Bow, ma dove il regista ha inserito anche all’interno qualcosa di lui: “Era importante cercare di mostrare quello che Hollywood spesso è stata anche troppo brava a nascondere, a infilare sotto il tappeto all’epoca il cinema non era visto come oggi, ma qualcosa di criminale, di basso, di volgare, di pornografico. Era parte del Dna dei film mostrare la volgarità, lo sporco se così si può dire. Hollywood era nata ancor prima di Las Vegas era il luogo di nascita dell’industria nuova che veniva creata da immigrati, criminali, reietti, persone ai margini della società che andavano a costruire qualcosa in mezzo al nulla. Corrisponde all’idea di questa follia anche andare a costruire una città nel mezzo del niente”.
Margot Robbie nel film è l’essenza del cinema.
Ma tutto il film è un riferimento a quel mondo con la presenza di alcuni protagonisti del cinema e del gossip degli anni ’30 e ’40 (e oltre), dal produttore Irvin Thalberg a Jack Warner, dal re dei media William Randolph Hearst all’attrice Marion Davies anche se il vero cuore del film è nella impressionante interpretazione di Margot Robbie qui consacrata, se ce ne fosse bisogno, a star assoluta della settima arte. Nel film ad un certo punto dice che non diventerà una star, ma che lo è e in quelle parole c’è l’essenza vera di cosa voglia dire amare il cinema fino a volerne vivere: “Una forza della natura, disposta a fare tutto. Lei paragona la recitazione a essere un animale per ogni ruolo che interpreta è come se abitasse in lei un animale. Al contempo è anche un’attrice di grande disciplina, in gradi di girare 12 ciak uno dietro l’altro e di piangere davvero con un occhio solo: ha una grande tecnica, cosa rarissima se combinata al suo essere selvaggia. È stato sorprendente lavorare con lei: basta cerare un ambiente in cui si sente al sicuro, supportata abbiamo girato e improvvisato girando ciak su ciak”, conclude il regista sulla sua protagonista.