Silvia Panzeri, figlia dell’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, sarà estradata in Belgio per il suo coinvolgimento nel Qatargate, lo scandalo di corruzione che ha travolto un mese fa il Parlamento Europeo. La Corte d’appello di Brescia ha dunque accolto la richiesta presentata nelle scorse settimane dalla magistratura di Bruxelles a seguito dell’emissione di un mandato di arresto europeo nei suoi confronti e in quelli della madre, Maria Colleoni.

Su quest’ultima, l’estradizione è stata invece confermata da un’altra Corte: entrambe sono responsabili di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, e attualmente si trovano agli arresti domiciliari tra Bergamo e Brescia. L’iter giuridico prevede ora la sentenza della Cassazione.

Qatargate, i legali di Silvia Panzeri: “Ricorreremo in Cassazione”

La sentenza trova ovviamente discorde la difesa di Silvia Panzeri nello scandalo Qatargate. Secondo gli avvocati, “ha prevalso il principio di reciproca fiducia tra Paesi membri dell’Unione europea rispetto al diritto di equa difesa“. Insomma, i legali lamentano una posizione presa a priori da parte delle autorità giudiziarie, senza tenere in considerazione le valutazioni addotte dalla difesa.

Panzeri è assistita nel caso dagli avvocati Angelo De Riso e Nicola Colli, i quali hanno poi comunicato che il trasferimento (se confermato) avverrà nella casa circondariale di Bruxelles Haren, dove è in custodia anche Eva Kaili, l’altro nome grosso insieme a quello di Antonio Panzeri. Confermato dai protagonisti il ricorso in appello, salvo clamorosi dietrofront dell’ultimo minuto: la decisione definitiva è attesa entro la fine della settimana.

Nelle motivazioni addette dalla Corte bresciana a carico della 38enne si legge che “sembra essere pienamente consapevole delle attività compiute dal padre”. La sentenza, arrivata oggi intorno alle 14, era slittata di diverse settimane poiché la difesa aveva richiesto alla magistratura belga una relazione sullo stato di salute degli istituti penitenziari di Bruxelles, secondo la tutela dei diritti dell’uomo.