Arresto Matteo Messina Denaro, nella clinica privata di Palermo dove stamani il boss superlatitante è stato catturato, c’era anche Totò Schillaci. L’ex giocatore, tra le altre, di Juventus, Inter e della Nazionale italiana, era nei pressi della clinica ed ha raccontato cosa è successo intorno alle 8:15 di oggi, 16 gennaio: ‘Ero appena arrivato in clinica, all’improvviso il Far West’. Matteo Messina Denaro è stato arrestato oggi dopo una lunghissima latitanza durata 30 anni, proprio a trent’anni di distanza di un altro boss sfuggito alle manette per 23 anni, Totò Riina. Il boss mafioso è stato fermato dai carabinieri del Ros, arrendendosi non appena si sarebbe sentito circondato dai militari e desistendo a qualsiasi pensiero di fuga. Proprio negli attimi dell’arresto, l’ex bomber Totò Schillaci era nelle vicinanze e si apprestava a entrare nella clinica privata la Maddalena di Palermo.

Arresto Matteo Messina Denaro, il racconto di Totò Schillaci dei momenti della cattura

Totò Schillaci, ex bomber di calcio di Serie A, era tra gli utenti che stamane erano presenti alla clinica La Maddalena di Palermo quando è scattato il blitz dei carabinieri del Ros per trarre in arresto Matteo Messina Denaro. “Io ero lì (facendo segno all’intervistatore del punto esatto dove si trovava in quel preciso momento, n.d.r.) che stavo aspettando per entrare alle otto e un quarto, otto e venti – racconta l’ex attaccante – dopodiché ho visto entrare i poliziotti mascherati e incappucciati. Velocemente ci siamo fermati. Lui non l’ho visto, perché ci hanno bloccati tutti. Io stavo entrando per fare … (non spiega il motivo per il quale fosse diretto alla clinica, n.d.r.). E ci hanno bloccati”. Poi Schillaci continua nel racconto dei concitati momenti dell’arresto di Matteo Messina Denaro: “Alle 8:15 sembrava un manicomio, un Far West. Non ero nemmeno entrato nella clinica, quindi non l’ho visto nemmeno nei pressi del bar. Stavo entrando per andare al bar, poi sono uscito a fumare una sigaretta, e da quel momento in poi ero lì ed è successo un manicomio. Sono uscito appena adesso”.

Il boss era stato operato due anni fa per un tumore al colon, adesso avrebbe delle metastasi al fegato

Matteo Messina Denaro è stato arrestato stamattina dopo 30 anni di latitanza dai carabinieri del Ros. L’inchiesta che ha portato alle manette il boss originario di Castelvetrano, in provincia di Trapani, è stata coordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e dal procuratore aggiunto, Paolo Guido. L’arresto è avvenuto all’interno della clinica privata La Maddalena di Via San Lorenzo. Da quanto emerso finora, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, Matteo Messina Denaro faceva delle terapie in day hospital. L’ex boss si era fatto operare due anni fa per un tumore al colon a Marsala. Ma questa mattina si trovava alla clinica La Maddalena con una diagnosi di metastasi al fegato. A rivelare i dettagli di Matteo Messina Denaro sono le cartelle cliniche già sequestrate dalla Procura di Palermo durante il blitz. Secondo quanto riporta Il Corriere, un infermiere avrebbe rivelato: “Un paziente di poche parole, sempre vestito in modo elegante e dalle maniere gentili. Era in clinica per una seduta di chemioterapia, aveva appena fatto il tampone che fanno tutti i pazienti prima di sottoporsi alla terapia e stava ottenendo l’esito di alcuni esami del sangue”. In clinica nessuno ricorda che Denaro abbia mai ricevuto visite o che si sia fatto accompagnare da alcuno nei vari day hospital.