Wall Street chiusa. Da trent’anni esatti negli Stati Uniti si celebra il Martin Luther King Day, il terzo lunedì di gennaio è festa nazionale in onore dell’attivista e Premio Nobel per la pace Martin Luther King. Svelato il motivo della chiusura della borsa di New York così come di tutti gli uffici pubblici che riprenderanno da domani la loro regolare attività.
Wall Street chiusa. La giornata finanziaria
Giornata all’insegna della cautela per i listini azionari europei, orfani oggi del faro di Wall Street chiusa per il Martin Luther King Day. Gli investitori sono già proiettati sugli appuntamenti dei prossimi giorni, sia per quanto riguarda le banche centrali sia per le trimestrali di grandi multinazionali. Sul primo fronte, l’attenzione resta concentrata sulle prossime mosse delle banche centrali sul fronte del rialzo dei tassi d’interesse. Mercoledì la Fed pubblica il Beige Book, giovedì la BCE pubblica il verbale della riunione di dicembre e venerdì la Banca centrale cinese annuncia la decisione sui tassi.
Sul fronte macroeconomico, negli Stati Uniti mercoledì sarà il giorno clou con tre dati in particolare: l’indice dei prezzi alla produzione (PPI), la produzione industriale e le vendite al dettaglio. Nei prossimi giorni saranno anche analizzati gli interventi di una serie di policymaker e banchieri centrali a Davos, nell’incontro annuale del World Economic Forum (WEF). Tra i discorsi più attesi ci sono quelli della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, e della numero uno del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva.
Un sondaggio del WEF ha intanto mostrato che due terzi dei principali economisti del settore privato e pubblico prevedono una recessione globale nel 2023. Circa il 18% considera una recessione mondiale “estremamente probabile” – più del doppio rispetto alla precedente indagine condotta nel settembre 2022 – e solo un terzo degli intervistati al sondaggio lo considera improbabile quest’anno. Sul fronte societario, riflettori su TIM dopo le dimissioni di de Puyfontaine, CEO di Vivendi.
Il Martin Luther King Day
Pochi giorni dopo la morte di Martin Luther King avvenuta il 4 aprile 1968, il deputato democratico del Michigan John Conyers propose una commemorazione in suo onore, una festività, ma la proposta non venne accolta. Conyers e Shirley Chisholm, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato di New York e prima donna nera eletta al Congresso, proposero a ogni seduta del congresso tale idea, per 15 anni consecutivi. Tra i vari tentativi si ricorda quello del 1979, quando la proposta riuscì a superare il voto alla Camera per essere poi bocciata al Senato.
A partire dal 1978 si organizzarono delle marce in favore del festeggiamento del leader dei diritti civili. Nel 1980 parteciparono 100.000 persone alla manifestazione pacifica per chiedere che la festività venisse riconosciuta legalmente. Fra i sostenitori della giornata celebrativa vi fu anche Strom Thurmond, senatore che più volte ebbe dei contrasti con il pastore battista, il quale affermò che tale atto era dovuto per rispetto alla persona.
Bisognerà attendere il 1983, con 338 voti contro 90 alla Camera e 78 contro 22 al Senato, per trasformare la proposta in legge. Il Presidente Ronald Reagan firmò l’istituzione della festa nazionale per commemorare Martin Luther King, che veniva celebrata il terzo lunedì di gennaio. Il primo Martin Luther King Day venne osservato il 20 gennaio 1986. Non tutti i 50 Stati però riconobbero subito questa festività, alcuni addirittura la celebravano con nomi diversi.
Alla fine del 1992 erano due gli stati che ancora non celebravano tale ricorrenza: Arizona e il New Hampshire. Il New Hampshire in realtà festeggiava la ricorrenza con il nome di Civil Right Days che nel 1999 cambierà nome uniformandosi agli altri stati. Diversa invece la situazione nell’Arizona, dove non vi era alcuna ricorrenza similare. Dal 18 gennaio 1993 il Martin Luther King Day venne celebrato per la prima volta in tutti gli stati degli USA.