Una cittadina italiana di nome Stefania Costantini è stata fermata nella mattinata di oggi, lunedì 16 dicembre, nel campo profughi di Dheisheh a Betlemme, in Cisgiordania: secondo le prime ricostruzioni la donna, un’attivista di circa 50 anni, è stata trovata a casa di un’anziana durante un’operazione dell’esercito israeliano. Secondo la Palestinian Prisoner’s Society, la donna è stata arrestata.
Al momento non risultano ancora chiari i motivi per cui l’attivista sia stata fermata, né cosa ci facesse lì. Fonti locali, citate dall’agenzia palestinese Wafa, hanno riferito che i soldati israeliani avrebbero fatto irruzione nella casa del giornalista palestinese Nidal Abu Aker, percosso il figlio, appena sottoposto ad un intervento chirurgico, e interrogato la moglie. Sempre secondo l’agenzia palestinese, i soldati si sarebbero poi recati a casa dell’anziana madre del giornalista per fare irruzione. Proprio lì dentro avrebbero trovato Stefania Costantini e l’hanno arrestata.
Il caso è ora nelle mani delle autorità diplomatiche italiane, del consolato a Gerusalemme e dell’ambasciata in Israele, che stanno monitorando l’andamento della situazione della donna italiana fermata in Cisgiordania.
Cisgiordania, attivista italiana fermata a Betlemme: nello stesso campo profughi ucciso un ragazzino di 14 anni
Durante il raid dell’esercito isreliano nel campo profughi palestinese di Deheisheh, che ha permesso ai militari di catturare l’attivista italiana, un ragazzino palestinese di 14 anni è stato ucciso. Fatale il colpo subito dal ragazzino alla testa. Secondo la Wafa, il 14enne è stato poi identificato dal ministero della Sanità palestinese: il suo nome è Omar Lotfi Khumour. Il giovane è morto in ospedale.
A provocare i disordini verificatisi durante l’operazione nel campo profughi, secondo i media locali, è stato il lancio di “pietre, esplosivi e bottiglie Molotov” contro i soldati dell’esercito, che hanno risposto facendo fuoco. Non più tardi di due giorni fa, sabato 14 gennaio, sempre in Cisgiordania, vicino al villaggio di Jabà, era toccato a due miliziani palestinesi soccombere in uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano.
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