La Comandante della Polizia Locale del Comune di Cassolnovo, in provincia di Pavia, è stata arrestata questa mattina, Lunedì 16 Gennaio 2023.

L’operazione è stata messa in atto dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Pavia, unitamente ai colleghi della Sezione Operativa della Compagnia Vigevano dopo una profonda ed articolata attività di accertamenti guidata dal Sostituto Procuratore Paolo Mazza.

La Comandante è stata quindi raggiunta, così come il suo vice, dall’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari su disposizione del GIP Presso il Tribunale di Pavia.

La donna e il suo vice sono accusati dei reati di concussione reiterata, falso in atto pubblico, indebita induzione a dare o promettere utilità ed atti persecutori in danno di un collega dello stesso Comando.

Le indagini sulla condotta dei due ufficiali erano partite in seguito alla denuncia presentata dalla madre di un adolescente presso gli uffici della Sezione di PG Carabinieri di Pavia, circa il fermo di due motociclette da cross. I due ufficiali avrebbero abusato del loro potere, e, sebbene i ciclomotori fossero privi di targa e assicurazione e non fossero abilitati a circolare per le vie cittadine, avrebbero confiscato i mezzi senza formale contestazione relativa a violazioni del codice della strada e senza idonea documentazione per eseguire il sequestro amministrativo dei veicoli.

Le motociclette erano state quindi trattenuti e parcheggiati per alcuni giorni presso il comando di Polizia Locale, senza tuttavia precludere agli indagati la loro disponibilità. Gli ufficiali a questo punto avevano suggerito un soggetto a cui i due ragazzi avrebbero dovuto vendere le motociclette, ad un prezzo inferiore al reale valore di mercato, al fine di evitare del procedere con sanzioni pecuniarie e sequestro del mezzo.

Le successive rimostranze dei familiari e soprattutto l’intenzione di sporgere denuncia presso la Procura portarono alla restituzione dei motoveicoli ai due legittimi proprietari. Tuttavia la Comandante e il suo vice avevano redatto i verbali in riferimento al fermo dei veicoli attestando vicende diverse da quelle realmente avvenute.

Gli ufficiali avevano anche provveduto a scrivere una relazione di comodo indirizzata al Sindaco e al Segretario comunale di Cassolnovo totalmente discordante con quanto veramente accaduto al fine di giustificare la condotta dei due contestata.

Cassolnovo arrestata comandante Polizia Locale: ordine di annullare le multe ad amici e parenti

Ulteriori indagini, eseguite sotto il coordinamento del Maggiore Paolo Banzatti, hanno poi permesso di evidenziare successive gravi condotte illecite circa la gestione delle sanzioni per la violazione del codice della strada. La Comandante e il suo vice avrebbero ordinato ad un agente di servizio presso lo stesso comando, di annullare contestazioni amministrative indirizzate a parenti o ad amici, modificando i verbali associandovi i dati di un altro veicolo. Il sottoposto si sarebbe rifiutato di eseguire l’ordine impartito.

Come risposta al rifiuto del giovane collega di mettere in pratica gli ordini illegittimi, la Comandante e il suo vice avrebbero messo in pratica reiterate condotte vessatorie e minacciose ai suoi danni, con il fine ultimo di non far emergere quanto accaduto all’interno dello stesso Comando fino a cambiare le sue mansioni.

Chi osava mettere in discussione la condotta dei due ufficiali era vessato, umiliato, accusato ingiustificatamente di furto all’interno del Comando, e persino minacciato di licenziamento.

L’agente, nella sua deposizione a conferma degli eventi accaduti, ha illustrato che i due ufficiali avrebbero instillato all’interno del Comando un clima autoritario ed intimidatorio, al quale i più giovani agenti dovevano sottostare senza proteste per evitare ritorsioni. Le minacce consistevano non solo in insulti verbali ma in taluni casi anche in aggressioni fisiche.

L’agente ha dichiarato che per fronteggiare l’enorme stato di stress sul luogo di lavoro e per essere stato ripetutamente oggetto di intimidazioni da parte dei superiori, è dovuto ricorrere anche ad una terapia psichiatrica che ha previsto l’assunzione di psicofarmaci.