Prosegue il confronto a distanza tra Matteo Salvini e Vittorio Sgarbi, dopo l’annuncio da parte di quest’ultimo di voler porre un vincolo storico per impedire l’abbattimento dello stadio Meazza di San Siro. Nel rispondere al sottosegretario alla Cultura del governo Meloni, il ministro delle Infrastrutture, milanese e tifosissimo del Milan, ha voluto rivendicare i vantaggi della costruzione di un nuovo impianto. Salvini ha detto la sua ai microfoni de Il Sole24Ore, a margine di un convegno di Assimpredil Ance sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
Sgarbi non ha nessun titolo e mezza delega per dire sì o no a un’opera. Dire di no a un miliardo di euro per riqualificare un quartiere è una follia indegna di un Paese sviluppato. Chi ha uno stadio di proprietà come la Juventus ha più fatturato: a Madrid hanno fatto un’enorme operazione in pieno centro in mezzo ai palazzi. San Siro così com’è è un onere insostenibile per Comune e cittadini. Incontrerò con il ministro della Cultura tutte le sovrintendenze d’Italia, che dovrebbero lasciar lavorare la gente.
San Siro, Salvini: “Privati vogliono investire un miliardo di euro”
Già nelle scorse settimane la questione dello stadio San Siro aveva generato un aspro botta e risposta tra Salvini e Sgarbi. Quest’ultimo si era dichiarato intenzionato a proseguire dritto con l’apposizione del vincolo storico, assegnato a beni ai quali viene riconosciuta una specifica rilevanza culturale, nonostante la giunta comunale fosse intenzionata a muoversi in direzione opposta.
Il vincolo verrà fatto, se loro vogliono fare delle riunioni di Giunta le facciano, se ci tengono ad esercitarsi sul piano dialettico e politico proseguano pure, noi faremo il vincolo comunque.
Un’uscita pubblica che aveva provocato il disappunto di Salvini, favorevole ad “un nuovo stadio moderno” per la città di Milano.
Ci sono dei privati che vogliono investire un miliardo di euro. Sgarbi parla a titolo personale e non ha nessuna possibilità di bloccare un progetto atteso da anni: da milanese, da tifoso e da vicepremier dico “avanti futuro!”.
La replica del leghista non è stata presa bene da Sgarbi, che ha invitato Salvini “ad occuparsi del ponte sullo Stretto“.
È vero che Salvini è vicepresidente del Consiglio, ma c’è un parere molto determinato di due comitati ai tempi di Franceschini che indica il vincolo relazionale che riguarda la storia e la memoria del monumento.
Sgarbi: “Referendum ai cittadini di Milano, siano loro a decidere”
Nella sua condanna alle parole di Salvini, il sottosegretario alla Cultura aveva criticato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, reo di avergli rimproverato di “non aver voce in capitolo sul tema San Siro”.
Semmai non ce l’ha lui. La Russa non solo dice le stesse cose del sindaco di Milano, ma dice anche una cosa completamente sbagliata e cioè che io non ho le deleghe. Invece io le deleghe le ho, sono precise e riguardano arte e architettura contemporanea. Mi sono state date dal ministro Sangiuliano, che è l’unico che le può dare.
La proposta finale di Sgarbi riguarda un’ultima soluzione per stabilire le sorti di San Siro: lasciar decidere ai milanesi.
Ho deciso di proporre un referendum perché siano i cittadini di Milano a decidere se abbattere o meno San Siro.