Case green quanto costa adeguare condomini e ville alla nuova direttiva Ue, considerando anche se l’immobile è situato nel centro storico o se si tratti di singole unità anche in periferia? Con la nuova direttiva che sarà adottata dal Parlamento europeo – e alla quale gli Stati membri dovranno adeguarsi – entro il 2030 tutte gli immobili dovranno guadagnare due classi energetiche, passando alla categoria “E”. Tuttavia, l’obbligo non si esaurisce nei prossimi sette anni, perché entro il 2033 è previsto un successivo step, con il raggiungimento della classe energetica “D”. In Italia, l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) ha calcolato che 9 milioni di immobili su oltre 12 milioni dovrebbero effettuare lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico per adeguarsi alla normativa di Bruxelles. Ma si parla di costi che vanno da decine di migliaia di euro fino a centinaia di migliaia per i condomini.
Case green quanto costa il lavoro su caldaie, infissi e coibentazione per condomini e singole abitazioni
L’adeguamento di due classi energetiche per i condomini costerebbe mediamente sui 600.000 euro, tra lavori di coibentazione – i più onerosi – ma anche sulla caldaia o per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti. Il calcolo deriva dai dati messi a disposizione dall’Enea sulle spese effettuate dagli italiani grazie al superbonus per migliorare di due classi energetiche le proprie abitazioni. Dalle cifre pubblicate il 31 dicembre 2022, gli interventi effettuati sui condomini con il superbonus sono stati 48mila, per una spesa di circa 29 miliardi di euro e un costo medio degli interventi che sfiora i 600mila euro. Sulle singole unità dei condomini, poi, l’ottenimento di due classi energetiche in più si tradurrebbe in lavori di sostituzione di infissi, finestre e porte. Interventi che, mediamente, verrebbero a costare ai proprietari tra i 10.000 e i 15.000 euro, ma si può arrivare a 20.000 euro, soprattutto per gli immobili situati nei centri storici. In quest’ultimo caso, per un appartamento potrebbero necessitare sui 50.000 euro, e i costi sarebbero costituiti sia dai permessi che si devono ottenere che dagli infissi e dalla sostituzione della pompa di calore. Mediamente, si possono spendere fino a 1.500 euro per ciascuna finestra, ma bisogna considerare che i prezzi degli appartamenti in centro possono essere superiori agli appartamenti in periferia del 20%. Poche le case che riuscirebbero a ottenere l’esenzione degli edifici storici, prevista dalla direttiva europea: i vincoli sono presenti in molte case del centro di Roma, ma molto meno in tutti gli altri borghi storici e nelle province. In periferia, per sette finestre si spendono in genere tra i 10.000 e i 15.000 euro, una caldaia a condensazione costa almeno 500 euro per la potenza di base. Mediamente, per un appartamento in periferia tra di 100-120 metri quadrati l’adeguamento alla direttiva europea può avere un costo minimo di 10mila euro fino a un massimo di 20mila euro.
Villette e abitazioni in periferia, costi degli interventi per due classi energetiche
Per una villetta, invece, si può arrivare a superare i 100.000 euro: la sola sostituzione della pompa di calore può costare fino a 15.000 euro. Dai dati del superbonus dello scorso 31 dicembre diramati dall’Enea, 208mila proprietari di case unifamiliari hanno chiesto l’agevolazione fiscale del 110% per una spesa totale degli incentivi pari a 24 miliardi di euro. La spesa media per ciascun intervento si è attestata, quindi, sui 113mila euro. Le tipologie di interventi per ottenere qualche classe energetica in più riguardano sempre sostituzioni di infissi, finestre e porte. Nel caso delle villette si può arrivare a una spesa di 30mila euro, considerando che gli infissi sono mediamente in numero maggiore rispetto a quelli degli appartamenti nei condomini. La caldaia arriva a costare altri 1.000 euro, mentre la soluzione più costosa potrebbe essere la pompa di calore, con una spesa di 15.000 euro. La spesa cresce se si fanno installazioni di pannelli fotovoltaici e di sistemi di accumulo.