Dante, il Sommo Poeta, è la figura più strumentalizzata di ogni tempo. Anche oggi, ci ricorda Fulvio Conti, autore del libro “Il sommo italiano. Dante e l’identità della nazione” edito da Carocci nel 2021, “gli italiani di ogni età continuano ad adorarlo, a riconoscersi in lui e nei suoi versi, a trovare nel poeta un riferimento etico e spirituale di incredibile attualità. È qualcosa che ha pochissimi riscontri con altri autori e in altri contesti nazionali”.
Dante politica, da che parte sta?
Una figura così, nel corso dei secoli, è stata utilizzata per essere piegata agli interessi di questa o quella parte, “eccessi di strumentalizzazione politica – afferma il professor Conti – che si sarebbero attenuati nel secondo dopoguerra, senza peraltro mai far del tutto cessare l’idea di utilizzare Dante per veicolare messaggi ideali fra i più diversi (come riferimento di coesione nazionale nella lotta contro il terrorismo o come testimonial della lotta per la difesa dell’ambiente e contro i treni ad alta velocità)”.
Il Sommo Poeta, da secoli la figura più strumentalizzata
Nei giorni scorsi è esplosa di nuovo la polemica sulla collocazione politica del Divin Poeta, ma lasciando da parte la disputa quello “che appare entusiasmante è il successo travolgente che Dante ha incontrato negli ultimi decenni in ogni parte del mondo. È ormai diventato un’icona pop, un brand di immediata riconoscibilità che funziona ovunque. Da qui l’uso nel cinema, nella pubblicità, nei fumetti, nelle più svariate rappresentazioni artistiche, dal Giappone alle Americhe”. E allora a chi chiede da che parte sta Dante possiamo rispondere semplicemente che è il Sommo Poeta. E non vi basta?
Stefano Bisi