Emanuela Orlandi scomparsa da 40 anni, in occasione del sit-in organizzato nella giornata del 14 gennaio nei dintorni del Vaticano, torna a parlare il fratello della ragazza, Pietro: ‘Vanno sentiti il cardinale Bertone e padre Georg’. Una manifestazione, quella svoltasi nella giornata di ieri in largo Giovanni XXIII, vicino al Vaticano, che ha visto la partecipazione di molte persone desiderose di conoscere la verità sulla 15enne sparita nel nulla il 22 giugno del 1983 a Roma. E Pietro, che non si è mai rassegnato a non arrivare alla verità dei fatti su cosa sia successo a sua sorella, è tornato a parlare, proprio nei giorni successivi all’annuncio dell’apertura di un fascicolo di inchiesta nel Vaticano. L’inchiesta è arrivata dopo la messa in onda delle quattro puntate della serie tv “Vatican Girl” su Netfix che ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sul caso e su come abbia vissuto la famiglia Orlandi dopo la scomparsa della ragazza. Emanuela Orlandi, che viveva con la sua famiglia in Vaticano, era un’adolescente iscritta al liceo scientifico del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, ma studiava anche pianoforte in un istituto situato in Sant’Apollinare.

Emanuela Orlandi scomparsa, per il fratello Pietro vanno ascoltati Bertoni e Georg

Durante la manifestazione che si è svolta ieri vicino al Vaticano, Pietro Orlandi è tornato a parlare della scomparsa di sua sorella, Emanuela. “Per una indagine seria che non sia propaganda – ha spiegato Pietro Orlandi – si deve ascoltare una serie di persone che possono essere entrate direttamente in contatto con questa vicenda a partire dall’ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, e l’ex segretario del Papa Emerito, monsignor Georg Gaenswein”. Inoltre, un dossier in Vaticano esisterebbe, come spiegato dal fratello di Emanuela Orlandi. “Lo stesso padre Georg me lo confermò – continua il fratello facendo riferimento anche a dei messaggi su Whatsapp che vorrebbe fossero presi in considerazione dalla ‘magistratura’ vaticana – In quei messaggi tra 2 collaboratori di papa Francesco del 2014, si parla di Emanuela Orlandi, di documenti su di lei”. E, il tono delle comunicazioni in possesso di Pietro Orlandi, sarebbe quello di qualcosa di grave, di un fatto da risolvere. Nei messaggi si farebbe riferimento anche a dei tombaroli, a georadar e si sentirebbero richieste di trovare i soldi per coprire le spese.

Il giorno in cui la 15enne è sparita a Roma nel 1983

Emanuela Orlandi è scomparsa a Roma il 22 giugno 1983 dopo essere stata a scuola di musica a piazza Sant’Apollinare. Nell’istituto entrò alle 16:00 e uscì intorno alle 18:45, in anticipo rispetto al consueto orario di una decina di minuti. Gli ultimi contatti con la famiglia risalgono a una telefonata, fatta da Emanuela Orlandi da una cabina telefonica e alla quale aveva risposto sua sorella maggiore. La 15enne avvisava che avrebbe fatto un po’ di ritardo perché l’autobus tardava a passare. Inoltre, Emanuela Orlandi aveva svelato di aver ricevuto una proposta di lavoro da uno sconosciuto che voleva farla sfilare. Del fatto di cronaca, è stata scartata l’ipotesi di un sequestro allo scopo di ottenere un riscatto. Il padre di Emanuela, che a quei tempi era commesso alla Prefettura della casa pontificia, e gli inquirenti hanno scandagliato, nel corso degli anni, le varie piste che portavano a fatti legati all’attentato a papa Giovanni Paolo II di Ali Ağca di quell’anno fino alla banda della Magliana e ad altri intrighi in ambito internazionale.