A Torino, durante l’induzione di anestesia generale per un intervento chirurgico, una bambina di 6 anni ha presentato una crisi di ipertermia maligna ed è stata fortunatamente salvata.
L’episodio è accaduto lo scorso 5 Gennaio 2023 presso l’Ospedale Maria Vittoria dell’Asl Città di Torino. La bambina stava per essere sottoposta ad una operazione chirurgica di controllo, per una lesione alla lingua che si era procurata il 23 Dicembre 2022 a causa di un trauma sportivo.
Il personale medico aveva avallato l’intervento poiché l’anamnesi aveva dato esito totalmente negativo. Oltre tutto non si era ritenuto che il farmaco utilizzato per l’anestesia potesse generare alcun problema alla piccola paziente poiché era già stata sottoposta, in un altro ospedale, ad un intervento chirurgico addominale appena nata, senza evidenziare alcuna reazione.
L’equipe chirurgica era composta dal dottor Riccardo Vergano, responsabile della Otorinolaringoiatria dell’ospedale Maria Vittoria, dal dottor Luca Cochelli, responsabile della Anestesia e Rianimazione, dalla dottoressa Luciana Faccio, responsabile dell’Anestesia Pediatrica, dall’anestesista dottoressa Luciana De Simone e dal personale Infermieristico e della Rianimazione dell’ospedale di via Luigi Cibrario a Torino.
Alle prime fasi dell’intervento, il personale medico ha dunque individuato subito che la piccola stesse manifestando una crisi per ipertermia maligna e ha subito capito la gravità della situazione e ha provveduto prontamente a trattarlo nella stessa sala operatoria. Il tempismo con il quale i medici hanno individuato il manifestarsi di questa patologia è stato determinante per salvare la vita della piccola paziente.
Quando i parametri della bambina sono apparsi stabili, è stata trasferita al reparto di Terapia Intensiva della stessa struttura. L’ipertermia maligna come conseguenza ha scatenato rabdomiolisi, cioè un danno del tessuto muscolare, che come complicazione può causare insufficienza renale. Per questo motivo, per tutto il periodo di degenza della piccola, il personale medico è rimasto in contatto con i colleghi esperti del settore del reparto di Nefrologia del Regina Margherita.
Il trattamento farmacologico prescritto ha avuto successo e si è proceduto con il trasferimento della bambina al Regina Margherita per seguire la completa ripresa della funzionalità̀ renale e per le indagini genetiche del caso.
Torino bambina salvata da ipertermia maligna: che cos’è
L’ipertermia maligna si manifesta come grave reazione ad alcune categorie di farmaci utilizzati appunto per generare lo stato di incoscienza controllato. È correlata ad una mutazione genetica ereditaria di un gene mappato nel cromosoma 19, trasmessa per via autosomica dominante.
La patologia appare piuttosto rara e anche se la sua comparsa in età pediatrica non è totalmente da escludere, in Italia è appurato un caso ogni 15mila anestesie effettuate. L’ipertermia maligna se non immediatamente trattata può portare alla morte, con un tasso di decesso variabile dal 5% all’80% in base all’età e alla condizione medica pregressa del paziente.
Nella vita di tutti i giorni i portatori di questa malattia appaiono completamente asintomatici e ciò rende particolarmente difficile l’individuazione della patologia. Anche se in alcuni casi l’ipertermia maligna può essere rintracciata da anomalie nei valori del sangue, generalmente le verifiche preoperatorie non sono in grado in alcun modo di valutare con certezza la positività alla malattia: ciò può essere appurato attraverso un test specifico solo dopo l’insorgenza della reazione e la sua successiva cura.
L’ipertermia maligna è caratterizzata da una grave alterazione del metabolismo muscolare, con il rilascio incontrollato di calcio che genera irrigidimento muscolare. Scatenata la malattia, appare inevitabile il danneggiamento dei tessuti muscolari, l’acidosi metabolica, l’alterazione dell’equilibrio degli elettroliti e un notevole e repentino aumento della temperatura corporea. Quest’ultima può arrivare rapidamente anche a 46° C e compromettere irrimediabilmente le funzioni vitali. Tutti questi sintomi possono sovraffaticare i reni con l’insorgenza di insufficienza a questo organo.
La malattia può portare al decesso se non viene immediatamente interrotta l’erogazione di anestesia e non viene trattato il paziente con il farmaco denominato Dantrolene.