11enne in coma etilico a Putignano. Si è consumato un episodio che poteva finire in tragedia. A Putignano una bambina di soli 11 anni è andata in coma etilico. E’ stata prontamente soccorsa dal 118 della postazione della stazione Santa Maria degli angeli.

Solo qualche giorno dopo è saltato fuori tutto. Intanto l’accaduto che ha coinvolto la giovane ragazzina ha interessato l’intera città, rimasta sconcertata nell’apprendere il fatto. Molte sono anche le polemiche che si sono sollevate in questi giorni.

11enne in coma etilico a Putignano: la richiesta di aiuto di un’amica

E’ stata una 13enne ad avvisare i medici nella tarda notte, quella che insieme alla vittima di questa storia stavano partecipando ad una festa con un gruppo di amici di età compresa tra gli 11 ei 16 anni in cui è stato fatto un abuso di alcolici.

La ragazzina ad un certo punto si è sentita male e ha perso i sensi. L’amica accortosi di quello che era avvenuto ha immediatamente allarmato i sanitari del 118 che sono intervenuti sul posto, sul luogo della festa con la propria ambulanza.

Grazie alla tempestiva chiamata da parte della ragazzina che si è subito prodigata affinché l’amichetta avesse gli aiuti necessari, si è evitato una tragedia dai risvolti enormemente disastrosi. La piccolina dunque è stata soccorsa e stabilizzata sul posto per poi essere messa in autoambulanza direzione ospedale.

Dopo il primo intervento ad scongiurare il peggio, in ospedale i medici hanno optato per una lavanda gastrica. Sono stati proprio i medici dell’ospedale Santa Maria degli Angeli ad avvisare direttamente i carabinieri, i quali una volta giunti al nosocomio putignese hanno allertato i genitori della piccola e il magistrato del tribunale dei minori

11enne in coma etilico: gli accertamenti

Ma come si è giunti a questa situazione? Una ragazzina in coma etilico, come è stato possibile? Pare che le minorenni, avessero acquistato i super alcolici in un market cittadino.

I militari si sono subito adoperati per avviare i dovuti accertamenti sia su chi era in turno in cassa al momento dell’acquisto delle minorenni sia sul direttore del punto vendita.

Questa situazione avrà sicuramente dei risvolti penali: in Italia è vietata la vendita di alcol ai minori e costituisce un reato. Qualora il venditore avesse dei dubbi sull’età effettiva del compratore dovrebbe chiedere un documento di identità.

Il reato nella fattispecie è stato commesso dal venditore, basta solo rifarsi alla legge che stabilisce che non è il minore che compra una bevanda alcolica ed essere punito ma è la persona che gliela vende.

Se come in questo caso gli alcolici, i superalcolici vengono venduti a minori di 16 anni si rischia l’arresto fino a un periodo di un anno. Se invece lo si vende a minori che appartengono all’arco di età fra i 16 e 18 anni si rischiano delle multe molto pesanti oltre che alla chiusura dell’attività.

11enne in coma etilico: le reazioni social

Non si fanno attendere le reazioni social. Iniziate a rimbalzare dal momento in cui la comunità tutta ha avuto contezza dell’accaduto. Diverse come sempre le posizioni di chi scrive dal proprio profilo. A farlo sono di più le mamme.

Una di queste dice la sua così: «La cosa più grave è la mancanza di prevenzione. Ci si nasconde la testa sotto la sabbia. Tanto la filosofia di noi genitori è: non è un problema che ci riguarda. E nel frattempo alcool e droghe dilagano tra i giovanissimi ormai, se non bambini proprio».

C’è chi invece sostiene che alla base di tutto manchi una formazione adeguata e che questa debba essere fornita a partire dai bambini, attraverso dei formatori passando dalle famiglia e dalla scuola. C’è un prendere sottogamba della voglia di crescere anzi tempo dei ragazzini.

«Il problema purtroppo non lo sradichi controllando i dipendenti del supermercato. Alla base ci dovrebbe essere educazione e informazione in primis partendo dalla famiglia e dalle istituzioni scolastiche. Bisogna organizzare degli incontri con persone che hanno titolo per farlo e istruire in questo senso i bambini, i ragazzi. Ritengo anche che i social sono diseducativi per la crescita dei nostri figli. La tecnologia è ormai un arma a doppio taglio»