Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è al lavoro su altri due dossier di attualità che riguardano la sicurezza interna negli ospedali e negli stadi: nel primo caso, si prevede un cospicuo rafforzamento territoriale dei presidi di polizia, nel secondo un decreto ad hoc per rispondere con vigore agli scontri tra tifosi avvenuti domenica 8 gennaio tra gli ultras di Roma e Napoli.
Più numerosi ma non meno gravi gli episodi di cronaca che riguardano la sanità, dove si leggono quotidianamente notizie di medici e infermieri aggrediti dai parenti dei pazienti ricoverati.
Piantedosi, più polizia per controllare i tifosi all’ingresso
Alcuni analisti politici la definiscono “doppia linea Piantedosi“, vale a dire un inasprimento dei provvedimenti che riguarderà la sicurezza pubblica negli ospedali e negli stadi di calcio.
Partendo proprio da quest’ultimo punto, il leader del Viminale ha ratificato la volontà di procedere con l’identificazione e il successivo Daspo ai responsabili dell’aggressione tra ultrà avvenuta sull’Autostrada A1 tra le tifoserie di Roma e Napoli. Dal provvedimento individuale a quello collettivo, composto da un decreto ad hoc che vieterà le trasferte dei gruppi organizzati giallorossi e azzurri per i prossimi due mesi.
Come spiegato durante una conferenza stampa alla Prefettura di Trieste, l’obiettivo di tali azioni è “tutelare l’ordine pubblico e attribuire in maniera specifica le responsabilità dei gesti”: limitatamente al contenuto del decreto, oltre allo stop bimestrale potrebbero essere inserite altre norme come l’obbligo di firma durante le partite, l’impiego di forze di polizia al posto degli steward nelle operazioni di ingresso ai tornelli (con questi ultimi che seguirebbero invece la squadra in trasferta), il filtraggio dei tifosi in trasferta a cura della città di partenza, l’incedibilità dei biglietti nominativi.
A quanto pare, inoltre, il sistema di sicurezza predisposto dall’Osservatorio sulle manifestazioni sportive in occasione di Napoli-Juventus sembra aver funzionato piuttosto bene e potrebbe essere adottato come modello in occasione di incontri ad alto rischio.
Le parole su sanità, gang e immigrazione
Spostandoci sugli altri temi toccato da Piantedosi, come detto in apertura è allo studio un’iniziativa nazionale per aumentare i presidi di polizia negli ospedali. La road map prevederà Roma come città pioniera, per poi allargarsi al resto del Paese e aumentare la sicurezza di ogni territorio dopo i recenti fatti.
Sul disagio dei giovani e sul fenomeno delle gang il ministro continua a essere favorevole all’apertura di un tavolo che abbracci quanti più soggetti possibili, nell’idea che ogni strumento repressivo sia soluzione tampone e non risoluzione del problema. In linea generale, inoltre, “la socializzazione non può mettere a rischio la sicurezza e il decoro pubblico“, riferendosi ad alcuni episodi di violenza avvenuti nei locali notturni o in aree molto frequentate.
Cappello conclusivo sul tema dell’immigrazione: annunciato un viaggio in Turchia, Tunisia e Libia, per vedere la situazione e attuare piani di emergenza che blocchino le partenze da questi territori. Plauso per l’applicazione del nuovo decreto sul codice di condotta alle Ong e una tirata d’orecchie alla Slovenia, rea “di non aver rispettato gli accordi sulle riammissioni” per non meglio precisati motivi.