Se il caro carburante segna una prima spaccatura nella maggioranza c’è un altro nodo che attende la sua risoluzione, ossia quello dell’autonomia differenziata: Luca Zaia è tornato a parlarne in un’intervista nella quale chiede al Governo un cambio di passo per Veneto e Lombardia. Entrambe le regioni infatti, attendono lo sblocco del referendum attuato nel 2017, il cui risultato è stato inequivocabile a favore del sì.

Sul tema sono in corso da qualche mese i contatti con il ministro delle Politiche regionali Roberto Calderoli, a sua volta leghista così come il governatore di Conegliano, il quale ha promesso che l’autonomia sarebbe stata raggiunta entro il primo trimestre del 2024.

Autonomia Veneto, la replica di Zaia ai colleghi del Sud

Risulta dunque evidente che il tema dell’autonomia in Veneto sia un tasto dolente per Luca Zaia, quasi come se si sentisse punto sul vivo. A suo parere, concederla “renderebbe un Paese bellissimo come l’Italia uno Stato moderno allineato con il resto del mondo“, spingendosi a definire la riforma “un’occasione per scrivere la storia“.

Poi una puntualizzazione quando sostiene che “la riforma non penalizza il Sud, piuttosto minimizza le differenze verso l’alto per avere istituzioni più moderne ed efficaci“, rispondendo a chi afferma che l’autonomia svantaggerebbe soprattutto il Mezzogiorno. All’ipotesi che il dossier sia discusso al momento opportuno, vale a dire in concomitanza con il sistema del presidenzialismo, la replica è netta (“E’ semplicemente impossibile, perché bisognerebbe prima attuare la riforma costituzionale“). Tutto pronto, insomma, ma l’Esecutivo frena.

Zaia elenca poi altri esempi virtuosi, definendo il federalismo “un meccanismo centripeto, come la Germania, gli Usa e la Svizzera. Sì a un compromesso per livellare le disparità, no a scuse che bloccano un pacchetto che “rischia di mandare l’Italia in default”. Il colloquio si conclude poi una misurata autocelebrazione che è anche risposta ai governatori del Sud: in breve, il leader di Palazzo Balbi rivendica le politiche del buon governo attuate in Regione sotto il suo mandato, dal problema dei rifiuti alla sanità, che garantiscono oggi al Veneto un vantaggio competitivo su altre parti dello Stivale.

Si attende dunque un confronto serrato tra Governo e Regioni, prima che la bozza approdi in Parlamento.