Chi è Costantino Bonaiuti e cosa si cela dietro al suo estremo gesto? Sessantuno anni, un lavoro come ingegnere all’Enav, l’Ente nazionale per l’assistenza al volo e un’attività come sindacalista per AssiVolo, l’uomo è accusato dell’omicidio dell’ex compagna, la 34enne Martina Scialdone, morta nella tarda serata del 13 gennaio scorso davanti ad un ristorante in zona Furio Camillo, a Roma, per le gravi ferite riportate dopo essere stata raggiunta da alcuni colpi di arma da fuoco. Secondo le ricostruzioni, il movente sarebbe da ricercare nella gelosia del 61enne, che non accettava la fine della loro storia.

Chi è Costantino Bonaiuti?

Si chiama Costantino Bonaiuti, l’uomo che venerdì sera ha sparato all’ex compagna davanti al ristorante Brado, nel Tuscolano, e, dopo aver tentato la fuga, è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato nel suo appartamento di via Monte Grimano, in zona Colle Salario. 61 anni, ingegnere di professione, l’uomo era appassionato di armi e da anni frequentava il poligono di Tor Di Quinto – lo stesso da cui Claudio Campiti, autore della strage di Fidene, aveva prelevato l’arma del delitto -, avendo ottenuto anche il permesso di detenere una pistola per uso sportivo. Nella sua casa, la stessa che condivide con l’ex moglie, gli inquirenti della squadra mobile ne avrebbero trovate altre quattro, tutte regolarmente detenute.

Bonaiuti, membro del consiglio direttivo del sindacato AssiVolo, lavorava da due anni in smart working, concessione che gli era stata fatta dall’Enav, l’Ente nazionale per l’assistenza di volo, dopo i che medici gli avevano diagnosticato un cancro ai polmoni. Aveva conosciuto Martina nel 2021 e i due si erano frequentati per un po’; poi, qualche mese fa, la giovane avvocatessa aveva deciso di interrompere la relazione per riprendere in mano le redini della sua vita e della sua promettente carriera: lavorava in uno studio legale specializzato in vertenze aziendali e finanziari con sede ai Parioli. Da allora Bonaiuti si era fatto via via più cupo, dicono i residenti del comprensorio in cui abita, spaventando addirittura Martina, che ai suoi amici aveva confessato di aver paura dell’uomo. Fino a venerdì sera.

Omicidio Roma Tuscolana: la ricostruzione dei fatti

Sembra che l’uomo avesse chiesto a Martina un incontro chiarificatore: ecco perché i due, venerdì sera, si erano recati a cena in un ristorante di Viale Amelia, Bardo, in zona Furio Camillo. Nel corso della serata, però, tra i due sarebbe nata una discussione sempre più animata, tanto da attirare l’attenzione dei gestori del locale e degli altri clienti. A quel punto, l’uomo sarebbe uscito dal locale, mentre Martina avrebbe cercato rifugio in bagno prima di uscire a sua volta. Sul marciapiede antistante il ristorante il 61enne l’avrebbe minacciata chiedendole di accompagnarlo fino alla macchina parcheggiata poco lontana e, una volta nei pressi dell’auto, avrebbe tirato fuori l’arma e fatto fuoco, a bruciapelo, colpendola in pieno petto. Ferita, la 34enne avrebbe tentato di percorrere una decina di metri, quelli che la separavano dall’esercizio commerciale, prima di accasciarsi a terra, tra le braccia del fratello che l’aveva raggiunta. È morta poco dopo, sul posto, nonostante l’arrivo dei soccorsi, mentre Bonaiuti si era dato alla fuga. Sul movente non sembrano esserci dubbi; una delle ipotesi è che l’omicidio possa essere stato premeditato dall’uomo, uscito di casa con la pistola. La stessa che avrebbe poi spento la vita e i sogni di Martina. Per il prossimo giovedì, 19 gennaio, l’associazione forense Catilina, in collaborazione con il Centro Italiano Gestalt, hanno organizzato una fiaccolata commemorativa per la giovane vittima: prenderà il via alle 19.30 da Furio Camillo per raggiungere Viale Amelia, luogo del femminicidio.