Direttiva Ue ristrutturazioni, per l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) il superbonus e lo sblocco dei crediti sono essenziali per la riqualificazione energetica, ma ‘oltre 9 mln di edifici sono inadeguati e servono subito gli incentivi statali’. Non si placano le osservazioni sulla nuova direttiva dell’Unione europea, conosciuta come “Case green”, che coinvolgerà tutti gli Stati membri in un processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare. In Italia, due edifici su tre sarebbero da riqualificare e rendere più efficienti dal punto di vista energetico, ragione per la quale nei giorni scorso Fratelli d’Italia, per bocca del capogruppo alla Camera Tommaso Foti, era intervenuta parlando di una “patrimoniale camuffata”. Tuttavia, l’Associazione dei costruttori evidenzia i punti di forza della nuova direttiva, purché ai proprietari degli immobili sia dato il migliore sostegno possibile in termini di “incentivi statali mirati e stabili”. Secondo i dati Ance, infatti, su un patrimonio italiano di 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 non sarebbero in grado di garantire le performance energetiche richieste da Bruxelles e, soprattutto, nei brevi tempi richiesti dal provvedimento che sta per arrivare. Altri dubbi sono stati espressi anche sulla situazione del blocco dei crediti che non favorirebbe il regolare avanzamento dei lavori. Infine, si dovrebbe tornare a considerare quale parametro di sostenibilità non il consumo di energia, ma il fabbisogno di ogni singolo edificio.
Direttiva Ue ristrutturazioni superbonus, analisi Ance su consumi energetici, cessione crediti e bonus edilizi
La nuova direttiva Ue in arrivo sulla riqualificazione degli edifici e sulle ristrutturazioni necessarie anche per garantire l’efficientamento energetico pone interrogativi in merito a una misura che coinvolgerebbe milioni di immobili. Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, ha espresso i suoi dubbi in merito al funzionamento del sistema dei bonus edilizi che ha tenuto banco negli ultimi anni. “Dubito che con il blocco dei crediti, le incertezze sui bonus e le continue modifiche normative – ha affermato la presidente dei costruttori – si possano centrare sia gli obiettivi prefissati dalla direttiva Ue, da rivedere comunque perché eccessivamente stringenti e con tempi troppo brevi, sia qualunque altro progetto di efficientamento energetico”. Tuttavia, è proprio grazie al superbonus 110%, come spiega Federica Brancaccio, che “il grande processo di riqualificazione era finalmente iniziato e solo da poco erano partiti i cantieri dei condomini”. Invece, adesso, in Italia dovrebbero essere ristrutturati due edifici su tre, un obiettivo difficilmente raggiungibile se non si dovesse adottare “una politica industriale di ampio respiro, con un sistema strutturale di incentivi mirati a coinvolgere la più ampia platea possibile che l’Ance sta chiedendo costantemente”. Un appunto alla direttiva Ue in arrivo riguarda i criteri di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici che saranno incentrati sul consumo energetico e non più sul fabbisogno. “È un metodo troppo influenzato dal comportamento degli utenti finali – osserva l’Ance – Sarebbe opportuno mantenere un approccio legato solo al fabbisogno del fabbricato”.
Due classi energetiche in più da raggiungere entro il 2030
Sl fronte dell’adozione del provvedimento “Case green” da parte del Parlamento europeo, c’è da registrare lo spostamento del voto della Commissione Industria, Ricerca ed Energia al 9 febbraio, rispetto alla data del 24 gennaio prossimo, per consentire di smaltire gli oltre 1.500 emendamenti presentati alla proposta. In ogni caso, la Commissione europea punta a far approvare in via definitiva la direttiva sulla riqualificazione e sull’efficientamento energetico degli edifici entro il termine dei prossimi sei mesi. Secondo quanto prevede la direttiva, gli edifici dovranno assicurare di raggiungere, con lavori di ristrutturazione e di efficientamento, due classi energetiche in più entro il 1° gennaio 2030, anno in cui l’Europa nel suo complesso dovrà aver abbattuto il 55% delle emissioni, come previsto dal Green Deal e dall’Agenda 2030. Per garantire questo traguardo, la classe energetica minima da raggiungere per tutti gli immobili dovrà essere la “E” ma, entro i successivi 3 anni, è previsto un ulteriore miglioramento con il raggiungimento della classe “D”. Tutti gli Stati membri dovranno adottare la normativa proveniente da Bruxelles e regolarsi per aumentare l’efficienza energetica del proprio patrimonio immobiliare ed edilizio, favorendo misure volte a ristrutturare parzialmente o interamente gli edifici.