Un carrello sempre più vuoto, ma che costa in percentuale molto di più. Questa la fotografia scattata dall’Ufficio studi della Cgia riferita al 2022 per cui a pesare sui consumi delle famiglie italiane è l’inflazione.

Inflazione e spesa, italiani sempre più in crisi

Cibo, benzina e bollette. Questa la classifica delle 3 spese che inficiano di più a fine mese nella spesa media mensile delle famiglie. Gli acquisti per gli alimenti, per le bevande, per i trasporti e per la casa sono stati, nel 2022, pari al 59,6% delle uscite mensili medie per nucleo familiare. Ciò vuol dire che nel 2022, a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro sono stati consumati per gli acquisti obbligati: di cui 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici; 425 euro per la manutenzione della casa e per le bollette di luce, gas e spese condominiali e, infine, 511 euro per il cibo e le bevande analcoliche.

L’inflazione, come si poteva prevedere, ha cambiato notevolmente le scelte dei consumatori e a causa dell’aumento dei prezzi si spende di più, e si portano a casa meno beni. Gran parte della spesa è destinata a cibo, carburanti e bollette, spese di ‘prima necessità’.

Secondo le analisi dell’Ufficio studi della Cgia tra il 2021 e il 2022, le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana, sono incrementate di 171 euro (+16,6%). Diversamente, quelle complementari (o consumi commercializzabili) sono scese a cascata in maniera netta.

Risultati positivi nel commercio online ma a morire giorno dopo giorno sono le attività commerciali artigianali e le imprese medio-piccole.

Regione per regione, come cambia la spesa delle famiglie

Secondo gli ultimi dati disponibili al 2021, la spesa media più alta a livello nazionale è per le famiglie residenti nella provincia autonoma di Bolzano (3.116 euro). Seguono quelle ubicate in Lombardia (2.904 euro), nella provincia autonoma di Trento (2.791 euro), in Valle d’Aosta (2.721 euro) e nel Lazio (2.712 euro). Chiudono la graduatoria la Sicilia (1.992 euro), la Calabria (1.915 euro) e la Puglia (1.808 euro).