14 Jan, 2023 - 15:38

Inflazione e spesa, il 60% utilizzato per beni essenziali

logo tag24

Un carrello sempre più vuoto, ma che costa in percentuale molto di più. Questa la fotografia scattata dall'Ufficio studi della Cgia riferita al 2022 per cui a pesare sui consumi delle famiglie italiane è l'inflazione.

Inflazione e spesa, italiani sempre più in crisi

Cibo, benzina e bollette. Questa la classifica delle 3 spese che inficiano di più a fine mese nella spesa media mensile delle famiglie. Gli acquisti per gli alimenti, per le bevande, per i trasporti e per la casa sono stati, nel 2022, pari al 59,6% delle uscite mensili medie per nucleo familiare. Ciò vuol dire che nel 2022, a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro sono stati consumati per gli acquisti obbligati: di cui 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici; 425 euro per la manutenzione della casa e per le bollette di luce, gas e spese condominiali e, infine, 511 euro per il cibo e le bevande analcoliche.

L’inflazione, come si poteva prevedere, ha cambiato notevolmente le scelte dei consumatori e a causa dell’aumento dei prezzi si spende di più, e si portano a casa meno beni. Gran parte della spesa è destinata a cibo, carburanti e bollette, spese di ‘prima necessità’.

Secondo le analisi dell'Ufficio studi della Cgia tra il 2021 e il 2022, le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana, sono incrementate di 171 euro (+16,6%). Diversamente, quelle complementari (o consumi commercializzabili) sono scese a cascata in maniera netta.

Risultati positivi nel commercio online ma a morire giorno dopo giorno sono le attività commerciali artigianali e le imprese medio-piccole.

Regione per regione, come cambia la spesa delle famiglie

Secondo gli ultimi dati disponibili al 2021, la spesa media più alta a livello nazionale è per le famiglie residenti nella provincia autonoma di Bolzano (3.116 euro). Seguono quelle ubicate in Lombardia (2.904 euro), nella provincia autonoma di Trento (2.791 euro), in Valle d'Aosta (2.721 euro) e nel Lazio (2.712 euro). Chiudono la graduatoria la Sicilia (1.992 euro), la Calabria (1.915 euro) e la Puglia (1.808 euro).

LEGGI ANCHE