Hai il conto corrente bloccato? Vivi con il terrore del blocco sul conto corrente? Perché bloccano il conto corrente e chi può farlo? Le ragioni e i timori sul blocco del conto corrente possono essere svariate, così come altrettante possono essere le soluzioni da adottare per difendere i soldi.
Da tempo il conto corrente rappresenta lo strumento principale più utilizzato per i cittadini e imprese. Non tutto, ovviamente, sanno che stipendio, pensione e risparmi presenti sul conto corrente, sono esposti a diversi fattori di rischio. Non solo legati all’inflazione che divora i risparmi o al cattivo andamento del mercato, ma anche al rischio di verifiche fiscali e così via.
In questo articolo cercheremo di rispondere alle domande più frequenti in merito al blocco del conto corrente.
Conto corrente bloccato: ecco i principali motivi
Non esiste un unico motivo che porta all’attivazione del blocco del conto corrente postale o bancario, anzi in verità, le condizioni possono essere molteplici, spesso collegate allo stesso istituto di credito e promosso da privati o altri enti.
L’operazione di blocco può attivarsi per decesso del titolare del conto, scoperto per insufficienza di fondi, espropriazione forzata (pignoramento), e per controlli antiriciclaggio e così via.
Ciò detto, ad uno sguardo attento ai principali motivi emergono più condizioni in parte riconducibili all’istituto di credito, ma anche da enti o privati. Infatti, l’Agenzia delle Entrate può richiedere l’espropriazione forzata o avviare controlli antiriciclaggio.
Osserviamo ora, nel dettaglio, i motivi del blocco del conto corrente, ma soprattutto, cercheremo di capire quali soluzioni adottare.
Conto corrente bloccato per indagini
Il 1° gennaio 2014 è stata introdotta nella vita degli italiani la legge antiriciclaggio. Si tratta di un sistema che prevede la comunicazione al fisco di una serie di elementi patrimoniali e sensibili.
In pratica, la normativa prevede che entro un ciclo di sessanta giorni il correntista debba compilare un apposito modulo fornito dall’istituto di credito. In questo documento occorre indicare i dati sensibili, le condizioni patrimoniali e altri elementi disposti dalla normativa vigente. Alla presentazione del documento la banca allega la copia del documento d’identità.
Può capitare che per tempo slitti la compilazione di questo documento. A questo punto, l’istituto di credito può procedere bloccando il conto corrente. Una soluzione semplice per evitare di dover giustificare l’assenza della presentazione dell’atto.
D’altra parte, le disposizioni normative sono chiare, per l’assenza di tale documento, la banca rischia una multa che oscilla da 2.600 a 13.000 euro.
Blocco cautelativo conto corrente
Con un’espropriazione forzata in atto, quindi con un’azione di pignoramento richiesta dall’autorità giudiziaria che blocca il conto corrente bancario o postale.
I privati possono richiedere il pignoramento del conto corrente, ma anche l’omesso pagamento di una cartella esattoriale, può portare la Riscossione ad attivare un’espropriazione forzata.
Nel primo caso, l’istituto di credito riceve la notifica dell’atto esecutivo promossa dal giudice, con cui si richiedere l’immediato blocco del conto corrente postale o bancaria per la copertura del debito. Difficilmente vengono congelati tutti i risparmi presente sul conto corrente, ma spesso, l’azione riguarda solo l’importo del debito più la metà.
Nella seconda ipotesi, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può attivare il pignoramento senza richiedere l’autorizzazione del giudice, in quanto la cartella esattoriale è un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto. Per questo motivo, trascorsi i termini di pagamento l’Ente impositore può emettere un’azione di espropriazione forzata sul conto corrente del correntista debitore.
Peraltro, andando ancora a spulciare nella normativa vigente, occorre rilevare la presenza dei limiti dell’espropriazione forzata. Non tutti i soldi sono pignorabili, ma in presenza di accredito di pensione o stipendio l’azione viene rivolta solo alla parte eccedente il triplo del trattamento minimo, ovvero del valore dell’assegno sociale.
Le soluzioni per lo sblocco del conto corrente
Esistono diverse soluzioni per sbloccare il proprio conto corrente dal pignoramento. Sicuramente, la più utilizzata porta al pagamento del debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione e rientrare nella piena disponibilità del conto corrente, versando l’importo dovuto entro 60 giorni, secondo le disposizioni previde dalla legge.
In alternativa, il creditore può richiede la rateizzazione del debito presentando un’apposita domanda alla Riscossione e pagare la prima rata in seguito all’accoglimento da parte dello stesso Ente impositore.