La guerra in Ucraina sembra prendere una piega favorevole alle prospettive russe secondo quanto accaduto negli ultimi giorni. Anche le previsioni sull’immediato futuro vedono Mosca pronta a una nuova controffensiva, anche in mare.

Le autorità di Kiev, coadiuvate dalla Difesa britannica, hanno comunicato di aver ricevuto la notizia della partenza di una dozzina di navi della flotta russa ormeggiata sul Mar Nero dalla base di Novorossijsk (circa 100 km dal confine con la Crimea). Si tratta di un inedito in questi undici mesi di conflitto che viene seguito con grande attenzione: secondo le ipotesi, potrebbe esserci una minaccia in arrivo per le città ucraine sul Mar Nero (a cominciare da Odessa), mentre sono escluse le opzioni di attacco con missili da crociera o assalto anfibio.

Guerra in Ucraina, un’altra notte di sirene e di allerte aeree

Sul territorio dell’Ucraina, al contempo, la guerra non porta grandissime novità ma conferma una situazione critica dopo la tregua natalizia. Praticamente tutto il Paese si trova sotto scacco, tra bombardamenti aerei, allerte, sirene e infrastrutture strategiche danneggiate.

Il Cremlino ha sguinzagliato circa una ventina di bombardieri Tupolev dalla base aerea di Olenigorsk, forse diretti a Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. Numerosi i distretti militari che temono attacchi o denunciano aggressioni subite nelle ultime ore: Chernihiv, Cherkasy, Poltava, Sumy, Donetsk, Kiev, Dnipropetrovsk, Cherkasy, Zaporizhzhia e Kirovograd.

Nella capitale, il sindaco Vitali Klitschko conferma i bombardamenti nel quartiere Dnipro, sulla riva occidentale del fiume che attraversa la città. A Kharkiv sotto tiro le infrastrutture energetiche, con il capo dell’oblast che avverte la popolazione di possibili blackout e interruzioni nella fornitura di elettricità nelle prossime ore. A Nikopol, altro centro da settimane circondato dalle forze filorusse, la situazione è quasi compromessa, con l’esercito nemico che è ricorso all’impiego di artiglieria pesante. Nulla di nuovo anche a Zaporizhzhia, sebbene la centrale nucleare non sia più da tempo oggetto di bombardamenti, così come a Melitopol, centro già preda dei separatisti da diversi mesi.

Decisamente più contrastanti gli aggiornamenti che riguardano il villaggio di Soledar, celebre centro per la produzione di sale, a nord di Donetsk: il ministero della Difesa russa conferma la sua presa grazie a un assalto dei mercenari del gruppo Wagner. Al contrario, lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina scrive su Telegram che “la battaglia continua”. A pochi chilometri di distanza, anche Bakhmut è prossima alla caduta.