Il Regno Unito ha reagito con disprezzo alla decisione dell’Iran di condannare a morte Ali Reza Akbari, cittadino inglese di origini iraniane giustiziato nella giornata di giovedì.
L’uomo, ex vice ministro della Difesa iraniano, si trovava in carcere dopo essere stato accusato nel 2020 dal regime di Raisi di spionaggio a favore dei britannici e per concorso nell’omicidio di un noto scienziato nucleare.
L’atto compiuto dall’Iran vuole probabilmente essere una dimostrazione di forza anche nei confronti dell’Occidente, spesso etichettato come sostenitore delle proteste che continuano a riguardare il Paese da oltre 4 mesi.
Iran, cittadino inglese giustiziato: pesano i ferri corti tra i due Paesi
Akbari, il cittadino inglese giustiziato ieri in Iran, ha sempre negato le accuse, mentre i suoi aguzzini hanno pubblicato un filmato nei giorni scorsi per cercare di sostenere la tesi secondo cui Akbari sarebbe colpevole di spionaggio e di aver avuto un ruolo chiave nell’assassinio dello scienziato Mohsen Fakhrizadeh.
Nel video si sente la voce di un agente dell’intelligence britannica che parla chiaramente di Akbari e del suo tentativo di ottenere informazioni su Fakhrizadeh. In un’altra registrazione audio Akbari ha dichiarato di aver confessato crimini che non aveva commesso dopo aver ceduto a mesi di tortura in carcere.
Nella giornata di ieri i deputati del Parlamento britannico hanno chiesto al governo guidato da Rishi Sunak di adottare una linea più dura nei confronti del regime iraniano e di accusare ufficialmente il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (ossia l’esercito) come organizzazione terroristica. La deputata tory Alicia Kearns, presidente del comitato di selezione per gli affari esteri, ha dichiarato “l’Occidente e il Regno Unito dovrebbero imporre sanzioni specifiche come risposta diretta a ogni singola esecuzione“.
Il deputato conservatore Bob Blackman ha paragonato la condotta dell’IRGC a quella del regime nazista, definendo “pericolosa e antidemocratica” la condotta dell’Iran sulla repressione della libertà e del diritto alla parola. Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly aveva richiesto alle autorità giudiziarie l’immediato rilascio di Akbari, parlando di “regime barbaro che disprezza in ogni forma la vita umana“.