Iran Mana Neyestani vignettista, uno degli uomimi che potrebbero cambiare il destino di una nazione in tumulto. Bellissima e toccante l’intervista che l’Agi ha dedicato al celebre vignettista iraniano.
La Guida Suprema Ali Khamenei, precipita al suolo perdendo una scarpa in volo fino a raggiunge il defunto dittatore libico, Muammar Gheddafi, già affondato in una pozza di sangue.
La scena è disegnata dal più celebre vignettista iraniano, Mana Neyestani, ed è stata scelta per la copertina della prima rivista pubblicata in Francia dalla diaspora per raccontare, in tempo reale, le proteste in corso da quattro mesi in Iran e che molti già descrivono come la “rivoluzione”, che porterà alla fine della Repubblica islamica.
Iran Mana Neyestani vignettista. La scelta
Che sia in atto una rivoluzione ne è convinto anche Neyestani, 49 anni, da 16 emigrato all’estero, dopo aver scontato alcuni mesi di carcere nel suo Paese per una vignetta mal interpretata. Di quel periodo non ama parlare, i suoi incubi di allora sono tutti nella graphic novel ‘Una metamorfosi iraniana’ (Coconino Press).
“Poco tempo dopo aver lasciato l’Iran, ho ricominciato a disegnare vignette, ma questa volta senza censura: non ho mai smesso di lavorare sulla situazione politico-sociale del mio Paese”, racconta all’AGI da Parigi, dove è rifugiato politico dal 2012.
Da quattro mesi”, prosegue Neyestani (un milione di follower su Instagram), “il mio lavoro si sta concentrando sul movimento rivoluzionario Donna, Vita, Libertà”.
La casa editrice e libreria iraniana ‘Naakojaa’, nella capitale francese, lo ha coinvolto nel progetto della rivista ‘Appunti prima della caduta‘, con un numero speciale solo di sue vignette: usando ironia e sarcasmo.
Ma anche rabbia e dolcezza, la sua matita ripercorre i momenti salienti dei mesi passati dall’uccisione, il 16 settembre, della giovane curda Mahsa Amini, in custodia della polizia morale perché non indossava correttamente il velo. L’omicidio ha scatenato un movimento di protesta, diventato in breve tempo la maggiore sfida alla Repubblica islamica dalla sua nascita 44 anni fa. Il potere ha reagito con una brutale repressione: secondo le Ong per i diritti umani, le vittime sono quasi 500, quattro i manifestanti già giustiziati e migliaia i detenuti.
Lo slogan del vignettista: donna, vita e libertà
In una delle vignette più recenti di Neyestani, delle donne si tagliano i capelli e le loro ciocche finiscono per seppellire Khamenei. “Donna, vita, libertà“, sottolinea, “è uno slogan bellissimo, mostra gli aspetti moderni di questa rivoluzione. Ma le immagini che più mi hanno colpito sono i video in cui i giovani, o addirittura i bambini, assassinati nelle piazze sono ancora in vivi e ridono, cantano, ballano con tanta passione. Uno di loro, Kian Pirfalak, aveva 9 anni. Avrebbe potuto diventare uno scienziato o qualcosa del genere. Non perdonerò mai questo regime brutale”.
Lo stesso Neyestani non nasconde di continuare a sentirsi in pericolo, “come tutti gli attivisti fuori dall’Iran”.
Quello iraniano è un regime terrorista alla fine della sua brutta esistenza e per questo disposto a tutto pur di sopravvivere. Hanno già assassinato i loro oppositori all’estero, ma noi non abbiamo scelta: la mia vita non vale più di quella di Kian e di chi manifesta in Iran”.