Accadde oggi, 14 gennaio 1919: nasce Giulio Andreotti. Giulio Andreotti è stato un uomo politico italiano nato e morto a Roma nel 2013, ma di origini ciociare. Andreotti, braccio destro dello statista Alcide De Gasperi fu tra i fondatori della Democrazia cristiana nelle fasi finali della Seconda guerra mondiale. Tra le personalità di maggior spicco della vita pubblica italiana nel secondo dopoguerra, con la sua ininterrotta presenza ai vertici della politica: più di un quarantennio (nella foto: Andreotti tiene un discorso in Parlamento. Vicino a lui: Arnaldo Forlani e Tina Anselmi).

Accadde oggi, 14 gennaio 1919: nasce Giulio Andreotti

Dopo l’elezione all’Assemblea Costituente nel 1946, Giulio Andreotti fu deputato dal 1948 al 1991, quando l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo nominò senatore a vita. Più volte ministro in diversi dicasteri, sette volte presidente del Consiglio, tra il 1972 e il 1992. Da giovanissimo, Andreotti fu delegato alla Consulta e, come detto, deputato all’Assemblea costituente. Venne eletto alla Camera dei deputati in tutte le consultazioni dal 1948 al 1987. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con De Gasperi e Pella (1947-54), fu ministro agli Interni con Fanfani (1954), alle Finanze con Segni e Zoli (1955-58), al Tesoro con Fanfani (1958-59).

Un illustre carriera politica per Giulio Andreotti

Al vertice dei dicasteri della Difesa tra il 1959 e il 1966 (governi Segni, Tambroni, Fanfani, Leone, Moro) e dell’Industria (1966-68, governi Moro e Leone). Dal febbraio al giugno1972 fu capo di un governo monocolore democristiano e, dal luglio 1972 al luglio 1973, di un governo di coalizione tra DC, PSDI e PLI con l’appoggio esterno del PRI. Nuovamente alla Difesa nel governo Rumor del 1974, Andreotti resse poi il Bilancio nei governi Moro del 1974-76. Dal luglio 1976 al marzo 1978, durante la difficile e delicata fase del compromesso storico e della solidarietà nazionale, Andreotti fu a capo di un governo monocolore democristiano, con l’astensione di PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI.

La presidenza del Consiglio durante i 55 giorni del rapimento Moro

Gli stessi partiti sopraelencati, tranne il PLI, sostennero con il voto un nuovo governo monocolore che lo stesso Andreotti guidò dal marzo 1978: il voto di fiducia venne dato poche ore dopo il rapimento di Aldo Moro e la strage di via Fani. Rimase in carica fino al marzo del 1979. Ritiratosi dalla coalizione il PCI, in polemica per la vicenda Euromissili, un quinto governo Andreotti formato da DC, PSDI e PRI, portò alle elezioni anticipate del 1979. E ancora: Andreotti fu ministro degli Esteri dall’agosto del 1983 al luglio del 1989 nei governi Craxi, Fanfani, Goria, e De Mita. In politica estera Andreotti fu particolarmente attento ai rapporti con il mondo arabo.

Il governo Giulio VII

Dal luglio 1989, Giulio Andreotti fu a capo di un governo pentapartito (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), al quale seguì, dall’aprile 1991, un settimo governo Andreotti, senza il PRI; esecutivo che rimase in carica fino alle elezioni dell’aprile 1992. Sempre nel 1992, Andreotti sfiorò l’elezione al Quirinale: un’aspirazione castrata dalla strage di Capaci e l’uccisione del giudice Giovanni Falcone. Al Colle andò Oscar Luigi Scalfaro. Con la fine della DC dovuta al crollo del Muro di Berlino e agli scandali di “mani pulite”, Andreotti aderì nel tempo ai vari pezzi in cui si era frantumata la Democrazia Cristiana. Diede la sua adesione al Partito popolare italiano (PPI), per poi, nel 2001, appoggiare la nuova formazione di Democrazia europea.

Il processo del Secolo

Indicato dalle dichiarazioni di alcuni esponenti mafiosi “pentiti” come referente politico di settori della mafia siciliana e ispiratore dell’omicidio del giornalista scomodo Carmine Pecorelli detto Mino, nel 1993 Andreotti venne rinviato a giudizio nell’ambito di due procedimenti giudiziari. Il primo si concluse nel 2004 con il verdetto della Cassazione. La Suprema Corte, confermando la sentenza della Corte d’Appello, assolse “il Divo” dall’accusa di aver colluso con la mafia dopo il 1980, prescrivendo il reato di associazione per delinquere contestatogli per fatti avvenuti prima di tale data. Mentre, nel processo Pecorelli, la Cassazione nel 2003 annullò la sentenza della Corte d’Appello, assolvendo Andreotti per non aver commesso il fatto. Giulio Andreotti è stato anche un grande giornalista e un grande scrittore.

La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. “La Storia Oscura”, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 13 alle 15. “A Spasso nel Tempo”, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 20.30 del martedi.