Elezioni Lazio: Alessio D’Amato ci crede. Il candidato alla presidenza della Regione Lazio (sostenuto da Pd, Verdi, Terzo Polo, Psi, Più Europa, Demos e Lista Civica D’Amato) guarda i sondaggi che danno in testa Francesco Rocca con altri occhi. Le sue parole in un’intervista a Il Fatto Quotidiano:
I sondaggi hanno una base di partenza molto rilevante. Anche i peggiori ci danno almeno al 34% che è un punto di partenza superiore a quello che ottenne Zingaretti nell’ultima tornata regionale che poi ci ha consentito di vincere. Poi siamo combattenti ed abituati a ribaltare questi sondaggi sulla base della credibilità e delle idee. Veniamo ad un’alleanza larga e non è stato possibile – non per mia responsabilità – replicare. Manca un mese al voto e mi rivolgerò a tutti gli elettori e tutte le elettrici a sostenere il nostro programma progressista e riformatore.
Elezioni Lazio, D’Amato chiarisce: “Termovalorizzatore? Le ragioni del M5s sono state altre”
Nei giorni scorsi si è riaperta, per essere chiusa in poche rapide battute, la possibilità di un allargamento del campo al M5s. Ma Calenda ha immediatamente messo il veto: o il Terzo Polo o il 5s. Conte non è stato da meno e si è detto non disponibile a governare con Azione ed Italia Viva. Nulla di fatto. D’Amato, però, specifica che è stato il termovalorizzatore romano il vero motivo per cui Conte ha preferito rompere l’alleanza. Lo spiega in un lungo ragionamento che tocca l’aspetto decoro a 360 gradi:
A Roma il problema dei rifiuti è annoso e ce lo trasciniamo da anni. Un problema di decoro e sanità che va risolto. Sul termovalorizzatore rispondo partendo da Donatella Bianchi che dice: non potrò commissariare il commissario. Lo stato ha commissariato il Sindaco Gualtieri un po’ come è avvenuto a Genova con il ponte. Questa diatriba sul termovalorizzatore non ha senso: la stessa candidata 5 stelle dice che non si può commissariare l’operato del commissario. Evidentemente i fattori che hanno spinto il M5s a questa decisione sono altri. Farlo nel IX Municipio? Spetta al Commissario, non a noi. Roma è una città talmente popolosa e vasta che qualsiasi area avrebbe avuto delle problematiche. Chiedo, però, che in tutta la fase procedurale ci sia una commissione tecnica e scientifica attenta che si basi su parametri di sicurezza attenti. Possiamo farlo, come in altre città europee.
Sulla sanità Rocca non è credibile
Non si poteva non parlare di Sanità, materia di cui D’Amato è Assessore uscente. Nel confronto con Rocca, l’Assessore, non teme confronto:
Francesco Rocca, che pochi mesi fa rappresentava un pezzo importante della sanità privata, non ha la credibilità per parlare di sanità pubblica. Conti della sanità? Non li giudico io, ma quando la destra ha governato e Rocca era commissario straordinario del Sant’Andrea, il totale dei disavanzi era di 6 miliardi. Il più alto a livello nazionale. Siamo usciti da una lunga stagione di commissariamento: un fatto sostanziale per la vita dei cittadini. 9 anni di commissariamento hanno bloccato il turnover del 90% che ha significato 12mila operatori ed operatrici che non sono potuto entrare nel sistema sanitario regionale. Questa è stata la destra quando ha governato. La destra di Rocca è un mondo antico che non è credibile.
Eppure – sollecitano gli utenti nei commenti – nel Lazio ci sono liste d’attesa lunghissime e problematiche di diverso tipo specialmente sul fronte della qualità dei servizi. Secondo D’Amato:
Il Lazio ha migliorato sempre i livelli essenziali di assistenza – parametri che registrano il livello della sanità – ha visto il Lazio crescere sempre di più negli anni. Non va tutto bene, ma la strada è giusta. Durante il nostro governo non è stato chiuso alcun ospedale. Ai castelli ne è sorto uno: sulle nettunense, ad Ariccia. In tutta la regione abbiamo programma la nascita di 6 nuovi ospedali: quello del golfo, quello di Latina sulla Pontinia, quello di Roma Est (area di Tivoli e Guidonia), di Rieti, della Tuscia ad Acquapendente e di Amatrice i cui lavori sono in corso.
Ma è in corso un’inchiesta per un presunto danno erariale da 11 milioni di euro per quanto riguarda la forniture di mascherine. Poiché all’epoca dei fatti D’Amato era Assessore ci tiene a spiegare che:
In quei momenti ero concetrato sulla difesa dei cittadini e delle cittadine, il Lazio è stata la prima regione ad avere a che fare con il Covid. La Regione è parte offesa: c’è stata una truffa ai danni dell’ente. Dovranno poi stabilire le responsabilità e far tornare in possesso di quelle risorse.