Aids Relazione anno 2021: il Ministero della Salute ha trasmesso al Parlamento la Relazione sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l’infezione da HIV (art. 8, comma 3, della legge n. 135 del 5 giugno 1990).
Tale Relazione, che è stata trasmessa al Parlamento il 30 dicembre 2022 dalla Direzione Generale della prevenzione sanitaria – Ufficio 05 Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale, illustra le attività che sono state svolte dal Ministero della Salute per quanto riguarda i seguenti settori:
- il settore della informazione;
- il settore della prevenzione;
- il settore della diagnosi;
- il settore della terapia;
- il settore dell’assistenza;
- il settore dell’attuazione di progetti di ricerca.
In particolare, all’interno di questo documento sono state riportate le attività svolte da:
- il Comitato tecnico sanitario (CTS): Sezione per la lotta contro l’AIDS (Sez. L);
- il Comitato tecnico sanitario (CTS): Sezione del volontariato per la lotta contro l’AIDS (Sez. M).
Per quanto riguarda, invece, l’attività che è stata svolta dall’Istituto superiore di sanità (ISS), la relazione riporta quelle che sono state le iniziative che sono state portate a termine nell’ambito delle tematiche relative a:
- la sorveglianza dell’infezione da HIV/AIDS;
- la ricerca;
- la formazione;
- la consulenza telefonica (Telefono Verde AIDS e IST).
Aids Relazione anno 2021: i dati relativi all’epidemiologica a livello globale
La Relazione sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l’infezione da HIV (art. 8, comma 3, della legge n. 135 del 5 giugno 1990), relativa all’anno 2021 e trasmessa dal Ministero della Salute al Parlamento il 30 dicembre 2022, oltre a parlare delle attività del Ministero stesso e dell’Istituto superiore di sanità (ISEE), riporta anche i dati riguardanti l’epidemiologia dell’infezione da HIV, sia a livello globale che a livello nazionale.
Per quanto riguarda l’epidemiologia dell’AIDS a livello globale, negli ultimi 20 anni la situazione è migliorata notevolmente rispetto a quella a cui si doveva far fronte in seguito all’individuazione e all’isolamento per la prima volta del virus dell’immunodeficienza umana (HIV), dalla quale sono passati quaranta anni.
Nonostante i passi in avanti fatti grazie all’agenda comune definita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) nel 2001, la portata della pandemia di AIDS rimane comunque molto estesa, tanto è che i leader mondiali, in occasione dell’incontro dell’ONU sull’AIDS nel mese di giugno 2021, hanno promesso di impegnarsi per porre fine all’epidemia globale di AIDS entro il 2030.
Il recente Report UNAIDS 2022 ha evidenziato che la pandemia da COVID-19 ha complicato la situazione a livello globale e ha rallentato questo processo che era stato promesso dall’ONU.
Finora l’HIV ha causato 40,1 milioni di vittime in tutto il mondo. Mentre, solamente nel 2021, i dati mostrano che 650.000 persone sono decedute e 1,5 milioni hanno contratto una nuova infezione (alla fine dell’anno circa 38,4 milioni risultavano infette – PLHIV).
Di queste persone, la regione africana è sicuramente la più colpita, con 25,6 milioni di persone affette da HIV e quasi il 60% delle nuove infezioni a livello globale.
L’obiettivo che si cerca di perseguire entro il 2030 è “95-95-95”, ovvero puntare ad avere il 95% delle persone affette da HIV consapevole del proprio stato, il 90% delle PLHIV che ricevono la terapia antiretrovirale e l’86% delle persone che vivono con l’HIV con una carica virale azzerata.
Questi risultati sono ancora lontani, ma nel 2021 si sono registrati dei miglioramenti rispetto agli obiettivi 95-95-95. Ecco quali sono i dati che sono stati stimati a tal proposito:
- l’85% delle persone che vivono con l’HIV conoscevano il proprio stato di sieropositività, con un divario di 4,0 milioni di persone per raggiungere l’obiettivo 95;
- il 75% delle persone affette da HIV ha ricevuto la terapia antiretrovirale, con un divario di 5,9 milioni di persone per raggiungere il 2° obiettivo;
- il 68% delle persone che vivono con l’HIV presenta carica virale soppressa, un divario di 6,7 milioni per raggiungere il 3° obiettivo (il 92% delle persone in trattamento nel 2021 presentava carica virale soppressa).