A Brescia una bambina disabile è stata maltrattata in una scuola elementare ed oggi parte il processo a carico dell’insegnante di sostegno responsabile dei fatti.
I genitori della bambina sono stati chiamati a testimoniare sull’accaduto e hanno, per la prima volta, diffuso pubblicamente i dettagli di quanto denunciato.
La bambina di origini straniere frequentava una scuola elementare nella Bassa Bresciana ed è residente nella stessa zona con i genitori e altre due sorelle.
L’episodio si riferisce a circa un anno fa, quando la madre della piccola aveva notato lividi su un braccio della figlia. La donna aveva cercato maggiori informazioni sull’origine di quelle ecchimosi e la piccola, che aveva 8 anni all’epoca dei fatti, aveva fatto capire che a maltrattarla sarebbe stata l’educatrice posta a sostegno per il suo autismo.
I genitori allora avevano deciso di sporgere denuncia presso le forze dell’ordine. I Carabinieri avevano quindi installato alcune telecamere nascoste presso le aule della scuola incriminata al fine di comprovare attraverso i filmati i presunti maltrattamenti. Solo 24 ore dopo l’installazione, il 28 Aprile 2022, l’educatrice era stata colta in flagranza di reato al momento di punire fisicamente la bambina disabile. Le immagini avevano immortalato decine di atti illeciti, come strattonamenti e capelli tirati: i Carabinieri a quel punto avevano deciso di intervenire mentre la donna stava stringendo la guancia della piccola.
L’educatrice, 33enne al momento dei fatti, è stata arrestata immediatamente e dopo due giorni trascorsi in carcere il giudice aveva commutato la detenzione in arresti domiciliari. Successivamente anche questa forma di limitazione sulla libertà era stata ammorbidita nella misura cautelare dell’obbligo di dimora.
Brescia bambina disabile maltrattata: la deposizione della madre
La madre della bambina vittima di maltrattamenti è stata la prima a prendere la parola e nella sua lunga deposizione ci sono stati passaggi che l’hanno visibilmente commossa.
“Mia figlia è affetta da disabilità, ha una forma severa di autismo fin dalla nascita, ma signor giudice è una bambina che capisce. Anche quando prova dolore. E con la malattia non è in grado di dire bugie.”
“Ad un certo punto ad inizio 2022 mia figlia ha cominciato a non voler più andare a scuola. “Scuola no” diceva e piangeva. Facevo addirittura fatica a portarla.
“Il sospetto che succedesse qualcosa mentre era a scuola mi è venuto alla fine di Marzo del 2022 quando, facendole il bagnetto, mi sono accorta che sul fianco e sul braccio sinistro aveva dei lividi. Quando le ho chiesto cosa fosse successo mi ha fatto capire, a modo suo, che a provocarle quei segni erano stati dei pizzicotti che le aveva dato l’assistente ad personam che da qualche tempo la seguiva a scuola”.
La bambina avrebbe quindi rivelato alla madre di essere stata maltrattata con pizzicotti e avrebbe pronunciato il nome di battesimo dell’assistente che era però uguale a quello della maestra. La madre allora ha provato ad aiutare la figlia a specificare quale delle due fosse la responsabile delle percosse mostrandole le foto sia dell’insegnante che dell’educatrice di supporto. La bambina non ha avuto esitazione ad indicare l’assistente.
Un altro episodio accadde qualche giorno più tardi con la piccola che a casa accusava un forte dolore ad un orecchio incolpando di ciò ancora una volta l’educatrice. A quel punto la madre non ha avuto esitazione e ha denunciato il fatto alla Polizia.
“Il successivo 27 Aprile ho portato mia figlia a scuola e poco dopo mi hanno chiamato i carabinieri per andare a riprenderla perché avevano le prove di quanto avevo denunciato”.
Nessuno in classe si era mai accorto di nulla
Il padre ha confermato la successione dei fatti e ha aggiunto che la piccola non voleva più andare a scuola.
“Anche adesso che l’abbiamo iscritta alla primaria di un paese vicino si sveglia di notte dicendo che non vuole andare nella “scuola rossa” e di quel colore era la facciata della primaria dove ha subito i maltrattamenti. In casa non ha mai subito violenza e non si è fatta da sola quei segni.”
All’interno del personale scolastico nessuno si è accorto di nulla, né alcun dipendente ha mai notato nulla di strano e nemmeno sentito lamentarsi la bambina. Addirittura, pare che un membro del personale scolastico si sia lamentato con la madre della bambina per aver denunciato il fatto e di conseguenza aver rovinato il nome dell’istituto.
Il processo riprenderà il prossimo 11 Maggio con nuovi testimoni e il 25 sarà sentita l’imputata.