“I docenti tutor saranno pagati di più”. La conferma è arrivata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che, intervistato su Radio24, ha spiegato anche quali saranno i compiti affidati a questa nuova figura, lanciata solo qualche giorno fa e che arriverà nelle classi a partire dal 2024. Non si tratta, comunque, dell’unica novità, perché il ministro ha affrontato anche un’altra questione: quella dell’alternanza scuola-lavoro. L’idea è quella di creare un vero e proprio albo delle aziende disponibili, con maggiori assicurazioni sulla loro sicurezza, per evitare il rischio di brutti incidenti, come quello che il 16 settembre scorso ha strappato alla vita il 18enne Giuliano De Seta, riaccendendo il dibattito tra gli studenti.

Docenti tutor Valditara: le parole del ministro

Tra le proposte avanzate dal ministro Valditara a tema insegnamento, c’è quella del docente tutor, che, come aveva spiegato qualche giorno fa, a partire dal 2024 “verrà introdotta per ogni gruppo classe”. Ora, tornato sulla questione, Valditara ha spiegato quali saranno, nel dettaglio, le sue funzioni, preannunciando che riceverà anche stipendi più cospicui. “Saranno pagati di più – ha ribadito il ministro -, avranno dei compiti aggiuntivi e dovranno essere formati soprattutto nel campo psicologico e pedagogico”. “Ne abbiamo parlato con i sindacati – ha aggiunto – e stiamo ragionando con loro per capire come strutturare al meglio questo nuovo modello organizzativo”.

Secondo quanto riferito dal ministro, il tutor “non sarà un collega gerarchicamente sovraordinato, ma un collega che lavorerà in una logica di team”, avrà il compito di “occuparsi di coordinare la personalizzazione dell’insegnamento e soprattutto di farsi carico di quei ragazzi che hanno più difficoltà o di quelli che in classe si annoiano perché sono talmente avanti negli apprendimenti da avere necessità di accelerare”. Si tratterà di una figura chiave anche per affrontare il tema, molto caro al ministro, della dispersione scolastica, “visto che l’Italia ha uno dei tassi più elevati d’Europa”.

Novità anche sull’alternanza scuola-lavoro

Altra questione affrontata dal ministro è quella dell’alternanza scuola-lavoro. Due, in particolare, le proposte avanzate dal Ministero a tal proposito: “Primo – ha detto il ministro – creare un albo regionale delle aziende disponibili, che devono anche essere certificate sulla sicurezza. Poi, dare indicazioni che devono essere verificate dalle scuole prima di concludere un accordo con l’azienda ospitante”. In più, è importante, secondo Valditara, “non lasciare solo il ragazzo: fatta la convenzione, spesso tutor scolastico e tutor aziendale non si parlano, talvolta non sono adeguatamente formati”. “Invece quel ragazzo – ha proseguito il ministro – deve essere inserito in un contesto dove scuola e azienda collaborino”. Infine, “bisogna sviluppare una cultura della sicurezza nelle scuole, formare i ragazzi che andranno a fare l’alternanza scuola-lavoro su una sicurezza specifica, per affrontare un’esperienza formativa molto importante”.

Il 6 gennaio scorso il ministro dell’Istruzione aveva parlato della necessità di “rivisitare” l’alternanza scuola-lavoro, facendo sapere che il governo avrebbe lavorato “per predisporre una normativa più giusta e avanzata”. Oggi, Valditara ha chiarito che l’alternanza resta comunque “fondamentale” e non è un caso che sia un sistema d’uso in tutti i Paesi occidentali. Per fare in modo che funzioni, bisognerà però lavorare sulla sua sicurezza. Per quanto riguarda invece i risarcimenti economici – questione sollevata dalla morte del 18enne milanese -, l’Inail avrebbe ora “detto chiaramente che ha accolto la richiesta di ampliare i risarcimenti”. Un primo passo in avanti, che ne richiederà altri, come implorano a gran voce gli studenti di tutta Italia. Sugli striscioni apparsi davanti alla sede del Ministero di cui è portavoce, che lo accusavano di essere tra i mandanti della morte degli studenti in stage, Valditara ha risposto: “Mi ricordano analoghi striscioni apparsi 40 anni fa […], negli anni di Piombo”.