La Melevisione, l’ormai storico programma RAI dedicato ai più giovani, spegne quest’anno 23 candeline. Il primo episodio, dal titolo “Con la carta si può”andò in onda su Raitre il 18 gennaio 1999. Con le sue storie ricche di buoni insegnamenti, le canzoni accattivanti e gli spazi dedicati alla manualità, La Melevisione è stata senza dubbio il programma più amato dai bambini nati tra gli anni Novanta e i primi anni 2000.

La Melevisione compie 23 anni, un programma contenitore

La Melevisione nacque inizialmente come programma contenitore. A differenza della concorrente Mediaset, la cui fascia di programmazione pomeridiana era dedicata agli anime e ai cartoni animati per adolescenti, Rai proponeva cartoni pensati per i più piccoli. Papà Castoro, Bob l’aggiustatutto, La Pimpa, sono solo i più famosi.

I cartoni venivano acquistati in giro per l’Europa. Così, si ebbe l’occasione di trasmettere cartoni animati che sarebbero rimasti sconosciuti in Italia, come il francese I topini dei denti da latte o Storie della mia infanzia, una serie di adattamenti delle fiabe classiche provenienti dall’ex Unione Sovietica.

Il Fantabosco

Ma, più ancora che per i cartoni, La Melevisione era seguita è amata per le avventure dei personaggi del Fantabosco. Un bosco di fiaba, governato dal saggio Re Quercia e popolato da tutti i personaggi archetipici delle storie per l’infanzia: streghe, fate, orchi, gnomi, folletti, principi e principesse.

Ad “accogliere” virtualmente il giovane spettatore nel Fantabosco era Tonio Cartonio, il folletto bibitiere interpretato da Danilo Bertazzi. Guardando in camera, Tonio si rivolgeva direttamente ai bambini all’ascolto, riassumendo gli avvenimenti della puntata e ripetendone la morale. Nel 2004, Danilo Bertazzi venne sostituito da Lorenzo Branchetti, nel ruolo del folletto Milo Cotogno.

Le storie del Fantabosco non erano mai banali o scontate. Ciascun episodio affrontava un tema nuovo e interessante, il che rendeva il programma particolarmente stimolante per i giovanissimi. Si trattava spesso di argomenti seri come l’alimentazione o il rapporto genitori-figli; un episodio si proponeva addirittura di insegnare ai piccoli spettatori il complesso gioco degli Scacchi. Ciascun episodio era completato da canzoni orecchiabili e dalle belle filastrocche di gnoma Linfa, brevi testi in rima scritti in gran parte da Bruno Tognolini.

Puntate speciali

La Melevisione non ha temuto di affrontare anche argomenti difficili e delicati, tramite alcune puntate speciali realizzate con la collaborazione di un’equipe di psicologi.

  • L’episodio I dolori di Nina affronta il tema della separazione dei genitori.
  • Il cappello dei figli amati racconta i dubbi e il disagio dei figli adottivi.
  • La sposa di Grifo affronta il tema difficile del lutto e della sua elaborazione.
  • Il segreto di fata Lina parla con estrema delicatezza di abuso sessuale ed incoraggia il bambino che abbia subito una molestia a confidarsi con un adulto fidato.

Un programma indimenticabili

Nel corso di ben 16 anni di programmazione, La Melevisione dovette adattarsi ai tempi e subì diversi cambiamenti. Anche gli attori che interpretavano i personaggi del Fantabosco vennero via via sostituiti da facce nuove. Quello che non cambiò mai, però, fu lo spirito della trasmissione: intrattenere i bambini con storie pensate per loro, semplici e tuttavia avvincenti, ciascuna con una morale mai scontata.

Purtroppo, nel 2015, la Rai decise di non produrre più nuovi episodi del programma, continuando però a proporre le repliche nelle vecchie puntate nei week-end. Repliche seguite non solo da una nuova generazione di bambini, ma anche da adulti nostalgici. Gli stessi che, nel 2020, hanno seguito le repliche notturne di una serie di puntate storiche della Melevisione, trasmesse da Rai Yoyo in occasione dei vent’anni del programma.

Chiara Genovese