Prosegue la battaglia legale di Alfredo Cospito, il leader degli anarchici condannato al 41bis fino al 2026 per i suoi atti intimidatori commessi tra il 2006 e il 2010. Questa mattina l’avvocato Flavio Rossi Albertini, che rappresenta il 55enne piemontese, ha presentato l’istanza di revoca del carcere duro direttamente al ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Cospito, che si ritrova nel carcere di Sassari, ha messo in atto da quasi tre mesi uno sciopero della fame come forma di protesta nei confronti della persecuzione ai suoi danni attuata dalla giustizia italiana.

Cospito prosegue lo sciopero della fame contro il 41 bis

I legali di Alfredo Cospito hanno dichiarato di aver presentato “fatti nuovi, non sottoposti alla cognizione del Tribunale di Sorveglianza di Roma lo scorso 1 dicembre” nell’istanza con cui chiedono a Carlo Nordio la revoca del 41bis nei confronti del capo degli anarchici.

La sua storia lo vede legato a due episodi in particolare: l’atto intimidatorio alla scuola di Polizia di Fossano, in provincia di Cuneo, nel 2006 e la persecuzione dell’ex Ad di Ansaldo Energia Roberto Adinolfi nel 2010. Il Tribunale di Torino ha confermato la massima pena possibile lo scorso 5 dicembre, nei suoi confronti è scattata una lunga maratona di solidarietà anche al di fuori dei confini nazionali (il caso dell’attentato alla sorella di Elly Schlein in Grecia sarebbe infatti collegato alla sentenza).

Ieri il 55enne ha ricevuto la visita da parte di una delegazione del Partito Democratico, guidata dall’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, il quale ha parlato di una “persona svuotata fisicamente ma lucida mentalmente, determinata a correre qualche rischio per la propria salute in ragione di un ideale superiore“. Occasione per appellarsi all’art. 27 della Costituzione e per ragionare sull’annoso problema del sovraffollamento nelle carceri.

A Palermo nella notte sono apparsi nuovi striscioni appesi di fronte alle case circondariali per manifestare vicinanza al compagno Cospito. Fioccano messaggi contro l’art. 41 bis, definito “disumano”, si fa sempre più attiva la mobilitazione dei militanti, i quali sono convinti che sia giunto il momento di lanciare un chiaro segnale al mondo della giustizia e della politica.