Governo convoca benzinai, una trattativa in salita. Per il caro carburanti, i benzinai hanno annunciato uno sciopero il 25 e il 26 gennaio. E hanno diramato un comunicato duro nei confronti della politica che sta prendendo, a loro modo di vedere, delle decisioni troppo severe.
“Per porre fine a questa ‘ondata di fango’ contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità – scrivono in una nota le sigle sindacali Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio – le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete“.
Nei due giorni di stop verrà avviata “una campagna di controinformazione sugli impianti” e ci sarà “un presidio sotto Montecitorio”. Dopo l’annuncio, il governo ha convocato i sindacati di categoria a Palazzo Chigi. L’incontro si svolgerà venerdì 13 gennaio.
Governo convoca benzinai. La polemica
Lo sciopero è previsto dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27 gennaio. I benzinai hanno deciso la mobilitazione dopo le misure prese dal governo per favorire la trasparenza.
Il premier Giorgia Meloni, dal canto suo, ha difeso le scelte del suo esecutivo, sottolineando che “con il taglio delle accise non ci sarebbero stati altri aiuti“
Nella comunicazione alla Commissione di Garanzia dell’Attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali le organizzazioni parlano di “azioni politiche irresponsabili e di inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l’anno di gettito“.
“Scioperare è un loro diritto”
Il Governo prova a dare delle risposte ai benzinai, ma non sarà semplice dopo quanto è accaduto negli ultimi due giorni. Per il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, lo sciopero dei benzinai “è un loro legittimo diritto“.
E, prima dell’annuncio della mobilitazione, Pichetto Fratin aveva assicurato che dal governo non ci sarebbe stata alcuna retromarcia: “In campagna elettorale abbiamo sostenuto la necessità di una riforma fiscale che facesse riferimento all’intera tassazione diretta e indiretta per rendere più equilibrato il sistema fiscale a favore di famiglie, professionisti e imprese