Un passo avanti ed uno indietro. Il Pd continua a palesare diverse disfunzionalità interne. Alla fine, di riffa o di raffa, lo scoglio dei giorni ha trovato una soluzione: le modalità delle primarie sono state finalmente definite. Sì al voto online al verificarsi di talune circostanze dirimenti come la lontanazza o l’impossibilità di recarsi ad uno dei circoli dem collocati lungo lo stivale. È una vittoria per Elly Schlein e simpatizzanti: la candidata alla segreteria ha cercato di introdurre varie modalità di allargamento, al percorso costituente, a pezzi di mondo esterni al Pd. Il voto online rientra proprio in questa vision. Meno felice la fazione di Bonaccini che sta cercando di applicare un refraim di quanto accaduto. È proprio il presidente dell’Emilia-Romagna a reinterpretare il tutto:

Chi parla di primarie online ha capito male. C’è un’apertura al voto online per alcune limitate possibilità perchè si è voluto favorire al massimo la presenza fisica. Abbiamo detto che dobbiamo tornare a essere un partito popolare che sta tra la gente, che guarda le persone negli occhi, che stringe mani. Dobbiamo correggere questa percezione di un partito che era scomparso da dove la gente studia, lavora, si cura, si diverte. Il massimo della presenza sarà quindi fisica. Poi, giustamente, abbiamo trovato un accordo intelligente per permettere di votare in alcuni casi anche online.

È evidente che a poche ore dall’accordo in extremis sulle modalità delle primarie il Partito Democratico stenti, però, a lasciarsi alle spalle le polemiche. Sono proprio gli esponenti dem a dire che la questione è tutt’altro che chiusa:

Chiunque vincerà – dice una fonte all’AGI – sarà accusato di aver mortificato la partecipazione alle primarie, o per aver voluto il voto online o per non averlo voluto abbastanza.

Modalità e tempistiche primarie Pd

A fatica e con mille dubbi, ma si va avanti. Dal pomeriggio 20 a tutto il 21 gennaio si terrà l’assemblea del Pd; dal 23 al 27 gennaio ci saranno le presentazioni delle candidature a segertario; il 31 gennaio è la deadline prevista per il tesseramento; dal 3 al 12 febbraio (con proroga fino al 19 febbraio per gli iscritti di Lazio e Lombardia) gli iscritti voteranno per i candidati e per le loro piattaforme; il 22 febbraio scade il termine per la presentazione delle liste collegate ai candidati alle primarie; il 26 febbraio è il giorno fissato per le primarie.

La sfida a distanza

Procede anche la sfida a distanza dei due favoriti alla vittoria finale. Elly Schlein – che ha inseriro Girbaudo, Sarracino e Braga nel suo comitato -questa sera è stata ospite di Piazzapulita. Un suo estratto:

Vogliamo che il PD torni a essere un partito inclusivo, che non abbia paura della partecipazione. Dobbiamo ricucire con il mondo dell’accoglienza e delle ONG. La destra fa la guerra alle ONG. Ma Meloni e Salvini non hanno mai chiesto ad Orban di fare la propria parte sull’accoglienza. Io più di sinistra di Bonaccini? Questo bisognerebbe chiederlo a lui.

Stefano Bonaccini intanto, da Pisa, tratteggia la sua idea di Pd del futuro mentre Fassino continua a spingerlo nei suoi appuntamenti. Le parole del presidente emiliano-romagnolo:

La mia idea di Partito Democratico – ha proseguito – è di un partito che torni a essere più popolare, tra la gente, nei luoghi dove si lavora, si studia, ci si cura, ci si diverte. Il mio Pd deve essere un partito che usa un linguaggio che lo capisce sia chi ha due lauree, sia chi non ha potuto studiare. Un Pd che sia capace di indicare quale sia la sua idea di Paese non solo criticare gli altri.

Un partito a metà del guado

Le modalità delle primarie del Pd sono definite ma Enrico Letta, segretario uscente, guarda preoccupato al caos degli ultimi giorni. Una confusione che – a suo modo di vedere – ha fatto perdere un’occasione importante al partito: è stato come sbagliare un gol a porta vuota. Il riferimento è alla chance – persa – di affondare il governo sulle contraddizioni alle accise sui carburanti. Ma i dem, distratti dalle loro piaghe interne, non ne hanno approfittato. Per riportare il treno del congresso sul binario delle proposte, dopo lo scontro sul voto online, il gruppo dirigente dem punta sulla Bussola messa a disposizione da Enrico Letta e inviata a tutti i circoli del Pd sparsi sul territorio. Il segretario, nelle prossime ore, renderà noti i contenuti dei 18.126 moduli consegnati al Nazareno e contenenti le indicazioni dei territori sui temi da mettere al centro del dibattito. Chissà se la bussola darà orientamento al Pd e lo toglierà dalla posizione in cui tergiversa in questo momento: lì, a metà del guado, in bilico tra il progresso ed il regresso.