Bonus Renzi rinnovato nel 2023, fino a 120 euro al mese in più in busta paga: ecco a chi spetta e chi può farne richiesta. Si tratta del trattamento integrativo che viene erogato nei cedolini degli stipendi dei lavoratori dipendenti – sia del settore privato che della Pubblica amministrazione – e assimilati e che è stato confermato dalla legge di Bilancio di quest’anno dal governo guidato da Giorgia Meloni. Per poter ottenere il bonus è necessario che la busta paga non sia eccedente i 15.000 euro all’anno, con un’integrazione sullo stipendio che può arrivare fino a 120 euro mensili. Nella sua stesura originaria l’indennità aveva un importo di 80 euro ed era destinato ai redditi medi, al di sopra della cosiddetta “no tax area”, ovvero la soglia di reddito da cui deriva un’Irpef lorda che, una volta sottratte le detrazioni d’imposta, risulti pari a zero. Successivamente la misura ha subìto varie modifiche fino ad arrivare a quella del 1° luglio 2020 che ha stabilito delle fasce di reddito destinatarie del beneficio e innalzato la detrazione fiscale che può arrivare a 1.200 euro all’anno, rispetto ai 960 euro che si prendevano in precedenza.
Bonus Renzi 2023, come sapere se mi spetta?
Il bonus 120 euro di Renzi viene accreditato nella busta paga dei lavoratori dipendenti e assimilati direttamente dal datore di lavoro. In alternativa, l’indennità può essere erogata dall’Inps o, ancora, il lavoratore può recuperare l’importo spettante nella dichiarazione dei redditi annuale, previa richiesta di rimborso da presentare all’Agenzia delle entrate. Già dallo scorso anno, la legge di Bilancio 2022 aveva stabilito che l’ex bonus Renzi dovesse essere corrisposto ai lavoratori il cui reddito annuale non eccedesse i 15.000 euro all’anno, con versamento direttamente in busta paga fino a un massimo di 1.200 euro annuali. Inoltre, in un’ottica di riordino delle aliquote Irpef della Manovra 2022 e di taglio del cuneo fiscale, viene riconosciuto il bonus anche ai redditi eccedenti ai 15.000 purché non superiori ai 28.000 euro all’anno, ma solo se la somma delle detrazioni fiscali spettanti al lavoratore non siano eccedenti l’Irpef lorda dovuta. Proprio per questo, per stabilire quale sia l’importo mensile di bonus spettante, è necessario fare delle simulazioni sulla previsione di quale sarà il reddito annuale.
Qual è l’importo versato in busta paga?
Il bonus Renzi può essere dunque richiesto dai lavoratori dipendenti, sia del settore privato che del pubblico impiego, ma anche da chi svolga lavori assimilati a quello subordinato. Pertanto, si può fare richiesta del bonus anche se si è soci e lavoratori delle cooperative, oppure se si è un lavoratore atipico. Inoltre, il bonus spetta anche a chi ha un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), ai borsisti, agli stagisti e a chi svolga un’altra attività di formazione. Prendono il bonus anche gli impiegati in lavori socialmente utili o i disoccupati percettori dell’indennità mensile Naspi o della cassa integrazione. Infine, il bonus spetta anche ai revisori delle società, agli amministratori comunali e a tutti gli addetti della Pubblica amministrazione nei limiti di reddito previsti. Per quanto riguarda gli importi spettanti nel 2023, i lavoratori con reddito annuale fino a 15.000 euro ricevono il bonus in busta paga in modalità piena (120 euro mensili, pari a 1.200 euro all’anno) perché l’Irpef applicata a queste retribuzioni è troppo bassa per ricorrere alle detrazioni. Il minimo per ricevere il bonus è pari a 8.174 euro, al di sotto della quale si trova la “no tax area” che non permette l’accredito dell’indennità. Per i redditi superiori a 15.000 euro e non eccedenti i 28.000 euro, invece, il bonus viene accreditato in busta paga a condizione che la somma delle detrazioni per le spese sostenute nello scorso anno sia di ammontare maggiore rispetto all’imposta lorda. In questo caso, l’importo di quanto spettante si ottiene dalla differenza della somma delle detrazioni con l’Irpef lorda.