Un campo per Vialli. L’annuncio è arrivato al termine della messa di suffraggio celebrata presso la chiesa di Santa Teresa di Gesù a Roma per l’attaccante. “Ho parlato con il Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina e vogliamo intitolargli il campo del Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti dove la Nazionale si è allenata per gli Europei. Ha vissuto quei momenti respirando l’aria di tutti gli sport. Gianluca è stato un grande calciatore ma anche un patrimonio di tutto il nostro mondo” ha spiegato Giovanni Malagò. “È sbagliato accomunare i dolori recenti del mondo dello sport, però quanto successo ha portato un velo di tristezza abbastanza unico. Raramente succede che una persona non abbia avuto un litigio, una discussione con qualcuno. Gianluca Vialli invece ha messo tutti d’accordo”. Il presidente del Coni ricorda così l’ex centravanti di Sampdoria e Juventus, scomparso lo scorso 6 gennaio concludendo poi con un aneddoto del 2006, in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino: “Portò la bandiera olimpica. Non è una cosa da poco che, a una cerimonia olimpica, un calciatore la porti. Vuol dire che anche il CIO aveva visto in lui qualcosa di diverso, perché quelli che vengono scelti sono attenzionati per quello che rappresentano e per i loro valori, sia come uomini che come sportivi”.
Un campo per Vialli. Tanti amici alla funzione celebrativa
Non poteva mancare l’amico fraterno e attuale CT dell’Italia Roberto Mancini con cui hanno collaborato durante la spedizione continentale. Presenti anche il team manager della nazionale Lele Oriali e l’ex collaboratore tecnico Daniele De Rossi, attuale allenatore della Spal in Serie B. Ci sta anche Marcello Lippi, l’allenatore che gli ha consegnato la fascia da capitano della Juventus nell’anno dell’ultima Champions League vinta dai bianconeri a Roma contro l’Ajax: “Vialli era il capitano di tutti. Aveva la capacità di farsi voler bene da tutti, di farsi amare da tutti. Era un leader dentro e fuori dal campo”. Alla commemorazioni hanno partecipato anche Ciro Immobile e Leonardo Bonucci, autore del pareggio durante i tempi regolamentari: “Penso che il ricordo più bello sia quello di Wembley, l’abbraccio con il mister, lì c’era l’essenza di quel che era Gianluca. E’ stato un esempio di vita, oggi non ci ricordiamo quello che ha fatto da campione, perché quello che ha fatto da uomo è stato ancora più grande, immenso. Gianluca è stato davvero un esempio per tutti, in campo e fuori. Nonostante avesse la sua partita da vincere era lì con noi, partecipe, un elemento importante che ci ha permesso di risalire dopo la delusione del Mondiale 2018, vincere un Europeo e saper trovare le parole giuste per ripartire dopo la delusione di Palermo. Lui ci insegna la vita perché ci lamentiamo per cose superflue, quando la vita è altro, ci perdiamo dietro a cose effimere che invece non contano così tanto”. Avversario in Serie A ma compagno in azzurro, il ricordo di Riccardo Ferri: “Il suo carisma e la sua personalità sono state sottolineate più volte. La qualità da calciatore è che era uno di quegli attaccanti difficili da marcare, che ti toglievano il sonno alla vigilia. Io marcavo Mancini e Bergomi marcava Vialli. Non ti dava punti di riferimento, si muoveva tantissimo, capace tecnicamente e fisicamente. Aveva una grande professionalità. Abbiamo forse detto tutto su di lui. Mi aspettavo questa ondata di affetto, chi non ha avuto il piacere di conoscerlo sarà rimasto sorpreso di tutto questo calore. C’è rammarico di non averglielo detto in vita. Sarebbe bello intitolare gli stadi a persone che rappresentano qualcosa di significativo e lui era uno di questi”.