Borghi a Radio Cusano Campus. Nella lunga intervista radiofonica il Senatore Enrico Borghi ha parlato della situazione del Partito Democratico, che si avvia alla primarie, tra contrasti e divisioni interne:
Il nostro problema è riallinearci rispetto ad alcuni nodi di fondo che ci hanno visti essere distanti rispetto alla capacità di parlare all’opinione pubblica e che quindi abbiamo pagato anche nella ricerca del consenso. Penso che adesso avendo definito il quadro delle regole dobbiamo passare con grande forza a questo tema: ovvero come si costruisce in Italia un partito riformista che abbia la vocazione maggioritaria, che sia popolare, che sappia guardare a tutta la società e che soprattutto sappia costruire un progetto di governo, perché questa era la scommessa originaria del partito democratico e questo è l’elemento di fondo su cui noi dobbiamo andare a costruire il nostro congresso, quindi contenuti e basta autoreferenzialità.
Borghi a Radio Cusano Campus: “Dobbiamo tornare a connetterci con la società”
Borghi si è poi soffermato sulla base del Partito e sul radicamento all’interno del territorio:
Noi siamo forse con altri due partiti fratelli d’Italia e la Lega, tra gli unici che hanno un radicamento e siamo sicuramente gli unici che stanno svolgendo un congresso in modo democratico in cui persone che non hanno particolari forze economiche, finanziare, mediatiche alle spalle attraverso lo strumento del partito concorrono alla definizione della politica nazionale, ma dobbiamo tornare a connetterci con la società e conseguentemente riscoprire quello straordinario valore di rete di volontariato di presenza nelle amministrazioni, nelle associazioni, nella società… che è costituito dai nostri militanti elettori e simpatizzanti. Il Pd non è chi rappresenta al Nazzareno pro tempore il simbolo, è questa straordinaria comunità che oggi attraverso la capacità di costruire una politica moderna all’altezza del momento che stiamo vivendo, noi siamo convinti che la destra stia mettendo in atto delle politiche regressive per il Paese, ma non basta dirlo, bisogna anche costruire l’alternativa.
Caro benzina, Borghi: “Meloni ha scelto una misura iniqua”
Il Senatore commenta poi la questione del caro benzina, e attacca il governo Meloni:
Sono convinto che la vicenda dei carburanti rappresenti la fine della luna di miele tra Meloni e gli italiani e che questi stiano iniziando a fare i conti con cosa è la destra alla guida del Paese, che quando stava all’opposizione prometteva a tutto e tutti e adesso deve scegliere e tra le scelte che ha fatto ha fatto una misura iniqua, ricordiamoci che non mettendo le risorse pubbliche per abbassare le tasse sulla benzina quelle risorse vengono messe per i 12 condoni nella legge di bilancio, per lo sconto fiscale per la società di calcio. Quando vado alla pompa di benzina e pago di più sto pagando le tasse anche per sostenere quelle politiche regressive.
Borghi: “Senza sostegno all’Ucraina destabilizzazione dell’Europa”
Duro scontro in Aula, chiamata rinnovare gli aiuti militari all’Ucraina, per Borghi è necessario sostenere la resistenza nel Paese:
Ho trovato negli accenti del Sen. Romeo, ma anche del Sen. Licheri molto software della retorica moscovita, l’intervento di Romeo è stato anche un avviso per la propria maggioranza. In realtà il tema è semplice: se non sosteniamo la resistenza ucraina noi creiamo le condizioni per un’ulteriore destabilizzazione dell’Europa e quindi un aumento dell’insicurezza anche per noi. È anche nostro interesse, oltre che dovere per un Paese che per tradizione, attitudine e ruolo deve stare tra i paesi di testa che nel mondo si sforzano per trovare un punto di caduta diplomatica ma rispetto a questo tema il punto del sostegno all’Ucraina è uno degli elementi essenziali anche per evitare di dare dei segnali di ignavia nei confronti delle autocrazie che stanno guardando alle risposte delle democrazie su questa vicenda per poi tararsi in altri teatri mondiali, penso ad esempio a Taiwan. La differenza tra democrazie e autocrazie è sul tema della forza: per le prime è soggetta al principio del diritto, che viene sancito dai parlamenti eletti dai popoli, nelle seconde viene usata per schiacciare il diritto ed è nelle mani dei dittatori non eletti, ma che impongono ai popoli condizioni inaccettabili. È la scommessa del 21 secolo. In Ucraina si sta giocando anche questo tipo di partita e non mi sorprende che nel Movimento 5 stelle e nella Lega vi siano delle suggestioni rispetto a modelli che nel loro recente passato sono stati portati a punto di riferimento.