Il video sul caro carburante postato da Giorgia Meloni durante l’ultima puntata della rubrica “Gli Appunti di Giorgia” sembra aver peggiorato la situazione, non soltanto per le incongruenze riscontrate tra le parole della premier e il programma elettorale di Fratelli d’Italia: in soccorso del capo di governo arriva oggi Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, il quale dall’Aula del Senato enfatizza il parallelismo tra lo scenario odierno e quello dell’Esecutivo di Draghi quando si introdusse per la prima volta il taglio alle accise.

In quella fase, infatti, “il prezzo di benzina e gasolio aveva superato i 2 euro al litro“, condizioni che oggi non si ripetono fortunatamente. Come già annunciato stamattina dal ministro dell’Energia Pichetto Fratin, rimane aperta la possibilità di futuri interventi strutturali, eppure la strategia prima è quella dei controlli anti-furbetti e contro le speculazioni.

Caro carburante, Giorgetti: “A fine marzo trarremo le conclusioni”

Ci ha pensato poi Giorgetti a quantificare la deadline dell’effettiva efficacia del modus operandi legato alla verifica della trasparenza contro il caro carburante: tre mesi. Dunque, a fine marzo sarà il momento di un bilancio già definitivo che potrebbe portare a una reintroduzione del taglio alle accise.

In questo senso, riflettori puntati sul Documento di Economia e Finanza (Def) 2023, dove si osserverà con maggiore attenzione anche lo scenario relativo al caro energia e alla guerra in Ucraina. Poi, come a voler calmare la reazione degli esercenti, che hanno annunciato uno sciopero generale per le giornate del 25-26 gennaio, ha confermato che “le verifiche riguarderanno anche il largo consumo, per accertare eventuali shock esterni oppure smascherare comportamenti speculativi da parte degli operatori nazionali“.

Le dichiarazioni delle associazioni di categoria

Non mancano dure prese di posizione da parte delle associazioni di rappresentanza di imprese e consumatori. Il presidente di Assopetroli-Assoenergia, Andrea Rossetti, ha inviato una lettera di sostegno alle organizzazioni sindacali dei gestori (Figisc, Faiub e Fegica), mostrando solidarietà alla doppia giornata in cui benzinai incroceranno le braccia in opposizione al decreto varato dal governo. Rossetti nella missiva si riferisce all’Esecutivo parlando di “improvvide esternazioni che destano viva preoccupazione nell’intero settore”.

Netta anche la presa di posizione da parte di Luca Bocchino, Responsabile Trasporti di Confartigianato. Quest’ultimo ritiene plausibile il timore di speculazioni “se si considera che il costo attuale del petrolio è ai minimi storici nell’ultimo anno” e nonostante ciò i prezzi alla pompa sono aumentati. Necessario dunque che il Governo, optando per una strada alternativa, decida di impegnarsi a garantire la tutela dei consumatori e degli autotrasportatori.

Infine, si è espressa in merito anche Giulia Cardini, Faib Confesercenti, contestando la misura di Palazzo Chigi. Confrontando i prezzi dell’anno nuovo con quelli di dicembre, “si nota come l’aumento sia stato pari al ripristino delle accise, tuttavia si etichetta l’intera filiera dei gestori come pericolosi speculatori nonostante non siano loro a stabilire i prezzi”. Inoltre, il provvedimento “non porterà a prezzi inferiori per i consumatori, con i prezzi praticati al ribasso che spingeranno sempre più verso i prezzi medi, bruciando così anche il meccanismo di concorrenza”.

Con l’abrogazione delle accise, è scattata la caccia al prezzo migliore da parte dell’utenza. Il Codacons ha individuato nel comune di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, la maglia nera di questa speciale classifica con un prezzo medio praticato al servito di 2,37 euro per la benzina e di 2,4 euro per il gasolio.