Padre Georg Gaenswein deve lasciare il monastero Mater Ecclesiae entro il primo febbraio. E’ quanto emerso nelle scorse ore dai portali cattolici tedeschi citando il settimanale Die Zeit, secondo il quale l’indicazione a Padre Georg sarebbe arrivata direttamente con un biglietto inviato da Papa Francesco. Il monastero Mater Ecclesiae si trova all’interno dei giardini vaticani e per quasi dieci anni la residenza del Papa emerito: qui Papa Ratzinger, recentemente scomparso, viveva con il suo segretario e le memores, le suore che si prendevano cura di lui.

Il prossimo incarico dell’ex segretario personale di Ratzinger, che formalmente riveste ancora la carica di prefetto della Casa pontificia, non è ancora stato reso noto, anche se Bergoglio lo ha di fatto sollevato già da tempo dalle mansioni operative.

Padre Georg Gaenswein e i contrasti con il Papa

La notizia della richiesta di lasciare il monastero Mater Ecclesiae è arrivata nel giorno della pubblicazione del libro Nient’altro che la verità, scritto proprio dal monsignore insieme a Saverio Gaeta per raccontare il pontificato di Papa Ratzinger. Alcuni dei passaggi cruciali, come il racconto delle dimissioni di Benedetto XVI e i “contrasti” con Bergoglio sul tema della messa in latino pare abbiano indispettito il Pontefice, così come le dichiarazioni rese alla stampa da Padre Georg subito dopo la morte di Ratzinger, nelle quali accusava implicitamente Francesco di aver messo all’angolo il papa emerito con una serie di decisioni molto forti, causandogli un forte dolore interiore.

Nel libro, Gaenswein si definisce un prefetto dimezzato e descrive il momento in cui fu congedato da Bergoglio dall’incarico di capo della Prefettura della Casa Pontificia in questo modo: “Restai scioccato e senza parole”. Il prelato fa inoltre riferimento a due tifoserie presenti in Vaticano, una più progressista e una più tradizionalista, che creavano tensioni.

Proprio per chiarire dubbi e vecchie ruggini, Papa Francesco qualche giorno fa ha voluto incontrare Padre Georg Gaenswein, nel tentativo di abbassare i toni dopo il botta e risposta a distanza delle settimane precedenti. Il biglietto recapitato all’ex segretario personale di Ratzinger pare però indicare che la storia di tensioni tra i due non sia affatto conclusa.