Caso Yara Gambirasio. I legali di Massimo Bossetti lavorano alla revisione del processo, soprattutto dopo che il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha disposto l’iscrizione nel registro degli indagati per frode processuale o depistaggio, nei confronti della pm del “caso Yara Gambirasio”, Letizia Ruggeri.
Caso Yara Gambirasio
La vicenda riguarda la conservazione dei reperti dell’inchiesta che ha portato alla condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, accusato di essere l’assassino della 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo), ritrovata morta l’11 febbraio del 2011. I nuovi clamorosi sviluppi sono stati approfonditi a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV. Tra gli altri è intervenuto uno dei legali di Massimo Bossetti. L’avvocato Claudio Salvagni, intervistato da Fabio Camillacci, ha rivelato:
“Ho sentito telefonicamente Massimo Bossetti subito dopo aver appreso la notizia della decisione del gip di Venezia e lui mi ha detto ‘sono molto contento, non tanto per l’incriminazione del pubblico ministero ma perché questa novità può riaprire una possibilità di revisione del processo. Io sono innocente’. E Bossetti ha ragione alla luce del fatto che c’era stato negato di effettuare una perizia laddove i reperti erano presenti e sono stati dichiarati invece del tutto consumati; e soprattutto perché se ci fosse l’accertamento di una frode processuale nell’ambito del processo al nostro assistito, questo è uno specifico caso di revisione previsto dal Codice, il quale prevede che se viene accertato un depistaggio o una frode processuale inerente il processo principale, questo diventa motivo di revisione. Cioè se viene accertato che a Massimo Bossetti non è stata concessa la possibilità di difendersi attraverso una perizia perché alla base vi è una premessa sbagliata e poi quando questa cosa finalmente era stata autorizzata, i reperti sono stati distrutti, è evidente che siamo di fronte a un depistaggio”.
Campioni di DNA distrutti
L’avvocato Salvagni ha aggiunto:
“Il gip di Venezia ha certificato che i 54 campioni di DNA sono stati distrutti. Questo è un dato oggettivo e per noi è un elemento già da solo sufficiente per chiedere la revisione del processo. Se poi ci sarà anche un accertamento di responsabilità penale nei confronti di altri soggetti legati alla Procura, allora a maggior ragione ci sarà un caso specifico di revisione previsto dall’articolo 630 del Codice di Procedura Penale. Comunque, vi anticipo che noi come legali di Massimo Bossetti stiamo lavorando per presentare la richiesta di revisione del processo: abbiamo già messo insieme nuovi elementi sufficienti, al di là di quello che sarà l’esito dell’inchiesta della Procura di Venezia sulla pm e la distruzione dei reperti. Nel giro di 2-3 mesi presenteremo la richiesta di revisione del processo”.