Sciopero 16 gennaio 2023 Roma: a rischio il trasporto pubblico Atac, con prevedibili disagi per i pendolari. A renderlo noto, poco fa, il sindacato Faisa-Cisal, che ha richiesto un’astensione dal lavoro di quattro ore per il prossimo lunedì, dalle 8.30 alle 12.30.

Sciopero 16 gennaio 2023 Roma: tutto quello che c’è da sapere

Primo sciopero dei trasporti a Roma nel 2023. Per lunedì 16 gennaio, il sindacato Faisa-Cisal ha infatti proclamato una mobilitazione di quattro ore, dalle 8.30 alle 12.30, che riguarderà la linea Atac. Nel territorio della Capitale a rischio, quindi, bus, tram e metro – che saranno riattivati immediatamente dopo il termine dello sciopero -, ma non i collegamenti eseguiti da altri operatori in regime di subaffidamento (linee 021-043-77-113-246-246P-319-351-500-551-718), come il servizio erogato da RomaTpl e Cotral. Nel corso dello sciopero, fuori funzione anche scale mobili, ascensori e montascale delle stazioni della rete metroferroviaria eventualmente aperte. Non sarà inoltre garantito il servizio delle biglietterie. A farlo sapere è Atac, che indica, in una nota, anche le motivazioni dell’astensione dal lavoro: gli insufficienti interventi manutentivi e le innumerevoli problematiche del settore superficie e di quelle legale al settore metroferro.

L’ultimo sciopero del trasporto pubblico a Roma era stato indetto il 16 dicembre 2022: anche il quel caso la mobilitazione di quattro ore aveva riguardato l’intera linea Atac, coinvolgendo in particolare i sindacati Cgil e Uil, che avevano proclamato un’astensione dal lavoro generale nazionale per protestare contro la nuova Legge di Bilancio.

“La manovra non affronta i problemi del Paese – aveva proclamato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini in quell’occasione-. La gente non arriva alla fine del mese, i salari sono tra i più bassi d’Europa, i livelli di precarietà sono altissimi, i giovani sono costretti ad andarsene dal Paese, c’è un’evasione fiscale che è la più alta d’Europa. Questa manovra – aveva proseguito – non affronta questi problemi e noi stiamo chiedendo di ridurre la tassazione sul lavoro dipendente, di cancellare i voucher e non di ripristinarli, stiamo chiedendo di fare investimenti su sanità, sulla scuola e sulla pubblica amministrazione per creare lavoro e, soprattutto, questo governo ad oggi non ha discusso con le organizzazioni sindacali”. L’obiettivo dello sciopero – che aveva toccato anche i mezzi pubblici – era, tra le altre cose, quello di chiedere l’aumento dei salari e una maggiore tutela di tutte le forme del lavoro.

Proclamato oggi anche lo sciopero dei benzinai

Non solo il trasporto pubblico. Sempre nella giornata di oggi, una nota congiunta di Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio ha infatti reso noto che, nelle giornate del 25 e 26 gennaio 2023, saranno in sciopero anche i benzinai. Ad essere sotto accusa, in questo caso, la decisione del Governo di eliminare il taglio delle accise, con il conseguente aumento del prezzo dei carburanti. “Il governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui gestori, che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati”, si legge tra le motivazioni della comunicazione. I lavoratori puntano il dito contro l’esecutivo e hanno già organizzato un presidio sotto Montecitorio con l’intenzione di accendere i riflettori sulla questione e richiamare il governo alle proprie “responsabilità politiche”.