Quando arriva il reddito di cittadinanza a Gennaio. Anche nel mese di gennaio 2023 verrà seguito lo stesso calendario utilizzato nel 2022: sono previsti due pagamenti diversi in base alla categoria a cui appartiene il soggetto richiedente.
Coloro i quali attendono la prima ricarica o il Rinnovo della domanda di reddito di cittadinanza potrebbero ricevere l’accredito già a partire dalla prima metà del mese di Gennaio 2023, generalmente entro il giorno 16. Per tutti gli altri invece, la prima ricarica dell’anno, dovrebbe avvenire il 27 Gennaio 2023.
L’importo mensile è lo stesso dello scorso anno e, come sempre, dovrà essere speso entro il mese solare successivo a quello dell’accredito, con una parte prelevabile agli sportelli Postamat. Per il prelievo, però, ci sono novità che riguardano i limiti: massimo 100 euro al mese per i single, che salgono a 220 euro al mese per le famiglie composte da almeno 4 persone.
Con la carta del reddito di cittadinanza è possibile:
Da Gennaio 2023 il reddito di cittadinanza subirà delle modifiche, in base a quanto previsto dalla Manovra 2023.
Tra le principali novità emergono sicuramente tre aspetti molto importanti:
La legge di Bilancio 2023 include anche altre novità che entreranno in vigore nel 2023. Per i percettori di reddito di cittadinanza dai 18 ai 29 anni di età, infatti, è necessaria la formazione obbligatoria. Perderanno il beneficio i giovani che non hanno terminato gli anni di obbligo di istruzione e non si iscrivano o frequentino percorsi d’istruzione degli adulti di primo livello o comunque funzionali al raggiungimento dell’istruzione minima (almeno una qualifica triennale). Gli obblighi si ampliano anche con l’iscrizione, per tutti i componenti dei nuclei familiari percettori di reddito, a un corso di formazione o a una qualifica professionale per un periodo di 6 mesi. In particolare, l’obbligo interessa i componenti di età lavorativa che dovranno sottoscrivere il Patto per il lavoro. L’eventuale inosservanza di questo obbligo comporta la perdita del reddito di cittadinanza per tutto il nucleo familiare.
Con l’approvazione di un emendamento a firma di Maurizio Lupi, il riferimento normativo all’offerta congrua scompare. In pratica la prima offerta che, se rifiutata, fa perdere il diritto all’assegno, non dovrà più considerare le esperienze e competenze maturate e in teoria nemmeno la distanza del luogo di lavoro e i tempi di trasferimento. Fino ad oggi come congrue erano considerate le offerte per posti di lavoro entro 80 chilometri dal domicilio, raggiungibili in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici.