Giappone ed Usa intensificano i loro rapporti e le loro relazioni internazionali. Lo faranno in un vertice in programma per la giornata di domani: Il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, è atteso a Washington dove incontrerà il presidente americano Joe Biden. Si tratta dell’ultima tappa del tour occidentale di Kishida che lo ha portato oltre che in Francia, Gran Bretagna e Canada, anche in Italia. Un percorso occidentale, il suo, preparatoria al prossimo G7. L’obiettivo latente di Kishida, specie in vista del suo viaggio americano, è abbastanza chiaro: Kishida punta a rafforzare l’alleanza con gli Stati Uniti per un “libero e aperto Indo-Pacifico”, formula che cela l’impegno per contrastare la sfida posta dalla crescente aggressività della Cina nella regione, e per contrastare le minacce della Corea del Nord. Altro tema rilevante è quello della guerra in Ucraina ed anche lì i due paesi si trovano in totale armonia di vedute: totale condanna all’igiustificabile aggressione della Russia.
Giappone e Usa: prove di alleanza per contenere Pechino
È il primo viaggio in America per Kishida da quando è entrato in carica nell’ottobre del 2021. È dunque un evento significativo che, non a caso, è stato preparato nei minimi dettagli. Il vertice tra Biden e Kishida, infatti, è stato preceduto dai colloqui tra i ministri degli Esteri e della Difesa di Giappone e Stati Uniti, che si sono concentrati sul rafforzamento dell’alleanza militare. Washington e Tokyo puntano a riorganizzare la cooperazione nella Difesa per ammodernarla e renderla più efficace e capace di esercitare una “forte deterrenza” di fronte alle minacce alla sicurezza nella regione. Le due potenze, in seno ai contatti dei giorni addietro, hanno redatto e diffuso un comunicato che – riporta l’AGI – parla della Cina come della più grande sfida per la sicurezza dell’Asia-pacifico. Nell’atto pratico, poi, gli Usa hanno dichiarato che verrà schierata una nuova unità dei Marine sull’isola di Okinawa: Il piano – spiegato dalle parole del segretario alla Difesa Lloyd Austin – è quello di riorganizzare il dodicesimo reggimento dei Marine sull’isola vicino a Taiwan in un reggimento litoraneo entro il 2025 per contrastare la crescente aggressività della Cina nell’area. Il fine ultimo, si legge, è mantenere una presenza robusta nella regione.
Il nodo Taiwan
Taiwan rappresenta un altro tassello di preoccupazione per la sicurezza della regione. Specie per via dela continua pressione della Cina sull’isola che rivendica come parte del proprio territorio nazionale sul piano economico, diplomatico e militare – e alle tensioni nei mari Cinese Meridionale e Orientale. In questo senso Giappone e Stati Uniti condannano come “pericolose e provocatorie” le mosse militari di Pechino attorno al Giappone e l’assertività su isole e atolli contesi con altri Paesi- Ad esempio, viene fatto riferumento alle mire di Pechino sulle isole Senkaku nel Mare Cinese Orientale, che la Cina rivendica come parte del proprio territorio nazionale con il nome di Diaoyu.