È morto questa mattina a Palermo Biagio Conte, il missionario laico che ha speso una vita al servizio dei poveri. Cinquantanove anni, lottava da tempo contro un cancro al colon che non gli ha lasciato scampo. I cicli di chemioterapia e un trapianto al fegato non sono serviti a salvarlo. Nel 1993, “l’angelo dei poveri di Palermo”, così veniva chiamato, aveva fondato la Missione Speranza e carità di via Decollati, una comunità che nel giro di pochi anni è diventata un punto di riferimento per tutti quei palermitani e stranieri accomunati dalla piaga della povertà ed emarginazione. Restiamo uniti per un mondo migliore, insieme possiamo farcela”, aveva detto appena giovedì scorso durante la messa che dal giorno di Natale veniva quotidianamente celebrata davanti la sua stanza che non poteva più lasciare, sempre circondato dall’affetto dei compagni storici che lo hanno accompagnato per oltre trent’anni condividendo il progetto della sua missione.

È morto Biagio Conte, il missionario laico al servizio dei poveri. Chi era, le sue opere

La figura di Biagio Conte è quella di un moderno Francesco D’Assisi. La sua, infatti, è stata una vita spesa in comunione con gli ultimi, i diseredati, gli emarginati. Figlio di imprenditori edili palermitani, ad appena 3 anni inizia a frequentare un collegio di suore in Svizzera per poi trasferirsi anni dopo in quello di San Martino delle Scale. Abbandonata la scuola media appena 16enne, lavora nell’impresa di famiglia, ma dopo una crisi spirituale si allontana dalla sua città e si trasferisce a Firenze dove inizia a vivere come eremita. Tornato nell’entroterra siciliano, la sua connessione spirituale al modello abbracciato da San Francesco lo porta a iniziare un cammino a piedi verso Assisi. I familiari, dandolo per disperso, si appellano alla trasmissione “Chi l’ha visto?”. Ma sarà lo stesso Biagio Conte a informare la sua famiglia in diretta tv del suo cammino. Si trasferisce poi in Africa come missionario, ma il richiamo della sua Palermo è sempre più forte, così come la sua vicinanza ai poveri, ai senzatetto. A loro dedica il suo conforto attraverso proteste, manifestazioni, digiuni. Le prime persone a cui tende la mano sono proprio i clochard della stazione di Palermo e grazie alle sue battaglie, riesce a ottenere il permesso di servirsi di alcuni locali in via Decollati e a dare un riparo a chi non ha un tetto. Lì, nel 1993, fonda la Missione di speranza e carità che oggi accoglie più di 400 persone in difficoltà. Nel 2014 il miracolo: costretto su una sedia a rotelle a causa di alcune vertebre schiacciate va a Lourdes, e dopo essersi immerso nella vasca, torna nuovamente a camminare, quantunque aiutato da un bastone. Le sue lotte, i suoi scioperi della fame lo portano a dormire per strada dopo la notizia della morte di alcuni senzatetto nella stazione di Palermo, o sul sagrato della Cattedrale durante la pandemia di Covid. Nel 2018 la visita di Papa Francesco alla sua mensa, in via Decollati, dopo la santa messa da lui celebrata nel capoluogo siciliano. Le sue peregrinazioni lo portano nel 2019, dopo oltre 1.500 chilometri a piedi, alla sede del Parlamento Europeo di Bruxelles per parlare di diritti umani con gli eurodeputati dei vari stati. Segue le rotte dei migranti e parte da Palermo con un traghetto. Quindi giunge a Genova e poi a piedi verso Milano, passando per la Svizzera. Poi la Germania e la Francia (dove a Strasburgo incontra l’allora presidente del parlamento europeo David Sassoli) fino a raggiungere il Lussemburgo e infine il Belgio, terminando il lungo cammino a Bruxelles.  A muoverlo la sua incrollabile fede che lo ha reso uno dei personaggi più amati a Palermo e non solo, come dimostrano le dichiarazioni dei vari personaggi delle istituzioni e del mondo ecclesiastico, oltre che dei semplici cittadini accorsi nella sede della fondazione subito dopo la notizia della sua morte.

Le dichiarazioni di Mattarella e degli altri esponenti delle istituzioni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche lui palermitano, ha detto: “Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di Fratel Biagio, punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica. Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio”. Cordoglio espresso anche da Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, che si è trattenuto un’ora nella stanza di Biagio Conte. “Non perdiamo il suo messaggio più bello e più forte, il sogno di una città che non perde il suo vero tesoro”, ha detto commosso dopo essere uscito dalla sede della Fondazione. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha proclamato il lutto cittadino: “La scomparsa di Biagio Conte lascia un vuoto incolmabile a Palermo”, ha detto il sindaco. “Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere”. Da ultimo il governatore della regione Renato Schifani che detto: “Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari di fratel Biagio Conte, agli assistiti e ai volontari della sua Missione. Oggi il missionario ci ha lasciati – ha aggiunto – dopo giorni di sofferenza, ma il suo ricordo resterà indelebile. Con il suo impegno quotidiano e instancabile in favore degli ultimi, ci ha ricordato come, per ogni cristiano, la carità sia una condizione essenziale della propria esistenza umana e attuazione concreta della propria fede. Consapevole che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile, posso solo affermare che il suo esempio sarà più vivo che mai nell’ispirare le mie personali azioni di solidarietà verso il prossimo e quelle del mio governo”.