Chi ha detto che il numero degli italiani a Londra sarebbe diminuito drasticamente dopo la Brexit probabilmente si sbagliava. Secondo un’elaborazione pubblicata dall’agenzia Bloomberg e riferita ai dati diffusi di recente dall’Office for National Statistics britannico (Ons), si nota come la vasta comunità di connazionali residenti nella capitale inglese non cessi di crescere e abbia raggiunto quota 280mila, scavalcando gli indiani censiti (137 mila), da sempre, per ragioni storiche, il gruppo più corposo presente nella City. L’addio all’UE ha bloccato la libera circolazione delle persone (sono richiesti un visto per chi emigra e il passaporto per il turista), ma gli arrivi aumentano lo stesso. Il flusso di italiani che lasciano il paese per trovare lavoro oltremanica è in continua crescita e nonostante i cavilli burocratici si siano fatti più stringenti e macchinosi, l’appetibilità e l’attrazione che esercita la vecchia Britannia è rimasta la stessa. Del resto, analizzando a fondo la questione, di manodopera oltremanica ce ne è davvero bisogno, come dimostrano i ristoratori che faticano a trovare lavapiatti e camerieri che prima arrivavano in massa anche solo per una stagione. Sta di fatto che oggi gli arrivi dal Belpaese hanno superato di gran lunga quelli da Varsavia, per anni al primo posto tanto che, si dice, uno dei motivi del voto per la Brexit sia stato proprio la mal sopportazione degli inglesi verso i troppi arrivi dalla Polonia.
Boom di italiani che vivono a Londra. Aumentano i trasferimenti nonostante la Brexit. I numeri, le ragioni. Tutti i dettagli
Partiamo dai numeri: dal 2016, l’anno in cui la Gran Bretagna ha votato per lasciare l’Unione Europea l’arrivo di connazionali nel Regno Unito è aumentato del 40 percento. Circa la metà di questi ,280mila, vive a Londra, dove gli italiani sono diventati per la prima volta nella storia la nazionalità straniera più diffusa nella capitale, davanti a India e Polonia. In realtà nel Regno Unito, rilevano i dati più recenti del Consolato Generale d’Italia, gli italiani sono ancor più numerosi: quelli ufficiali sono quasi mezzo milione (490 mila). Ma dove vivono nello specifico questi connazionali? Londra, ovviamente, è al primo posto nella distribuzione geografica: l’ultimo giorno del 2022, il Consolato di Londra aveva censito 366mila connazionali. La capitale inglese, infatti, può essere a buon diritto considerata la settima città italiana con una popolazione di expat equiparabile a Firenze o Bologna. L’età media della comunità italiana è più bassa di quella nazionale (37 anni contro i 46 della popolazione residente in Italia). I minorenni sono circa il 22 percento (In Gran Bretagna, ricordiamo, non esiste lo Ius Soli, quindi se nasce un bambino da genitori italiani, risulta all’anagrafe britannica come un italiano che vive nel paese e non acquisisce in automatico la cittadinanza britannica come avviene, ad esempio, negli Stati Uniti), mentre gli anziani poco meno del 10 percento. Dati alla mano, è chiaro che la maggioranza di chi lascia l’Italia per Londra è un giovane che va a trovare un lavoro. Occorre analizzare un altro dato: ll quasi mezzo milione di italiani nel Regno Unito non solo è un numero quasi doppio rispetto a quelli diffusi dal governo inglese, ma non sono nemmeno completi. Il consolato, infatti, può conteggiare solo chi si iscrive all’AIRE, il registro degli italiani all’estero, elenco che è necessario per poter votare e avere accesso ai servizi consolari, ma che non è obbligatorio. Molti connazionali infatti non risultano iscritti in tale registri, motivo per cui si calcola che il “nero” degli italiani nel Regno Unito sia un 30 percento in più rispetto a quanto riportato dalle cifre ufficiali e che dunque gli italiani effettivi nel paese siano circa 650mila. Dopo la Brexit, si è detto, la possibilità di continuare a vivere e lavorare in Gran Bretagna è direttamente collegata al possesso del Settled Status (permesso di soggiorno), definitivo o temporaneo. Questo ha costretto tanti italiani (e non solo)a emergere dal sommerso anagrafico. A riprova del fatto ci sono i dati del 2022 appena calcolati dal consolato: risultano 23mila nuovi iscritti, un numero altissimo: “Di questi nuovi residenti è ovvio che una parte siano italiani che già vivevano qui e si sono iscritti, mentre solo una parte sono nuovi arrivi” ha dichiarato il console generale Domenico Bellantone. Sta di fatto che ad oggi Londra e l’Inghilterra restano la meta preferita per chi decide di lasciare il Paese in cerca di nuove opportunità.